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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

C’è tempo fino al 31 di ottobre 2015 per rispondere al questionario relativo al censimento dei passi carrabili presenti sul territorio comunale avviato dall’Ufficio tributi del Comune di Comacchio. L’Amministrazione ha ritenuto assolutamente necessario un aggiornamento in ragione del fatto che l’ultimo censimento risalga ormai al 1996. Nel frattempo si presume che ci siano state delle variazioni ed è quindi importante una nuova raccolta dati per garantire equità e parità di trattamento.
Il questionario, nel quale vanno indicati il numero, il tipo di uso e le relative autorizzazioni riguardanti i passi carrabili, può essere compilato direttamente sul sito internet del Comune di Comacchio oppure scaricato in formato cartaceo, consegnato a mano presso l’Ufficio Tributi sito in via Edgardo Fogli n. 17 a Comacchio o inviato a mezzo posta all’indirizzo: Comune di Comacchio – Ufficio Tributi piazza Folegatti, 26 – 44022 Comacchio (FE).
Come previsto dal regolamento comunale, per passo carrabile si intende ogni accesso, anche a raso, ad un’area laterale idonea allo stazionamento di uno o più veicoli. Specificano, inoltre, il Codice della Strada e il relativo Regolamento di Attuazione che “per passo carrabile si intende l’insieme delle opere e degli apprestamenti atti a collegare un’area privata ed idonea allo stazionamento o alla circolazione dei veicoli, ad un’area aperta all’uso pubblico”. Tale disciplina si applica anche agli accessi presenti su strade private aperte al pubblico.
I passi carrabili sono soggetti al pagamento del canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, il cui versamento è effettuato ad anno solare e il cui mancato pagamento comporta la riscossione coattiva mediante ruolo o mediante l’emissione di ingiunzioni di pagamento.
L’autorizzazione all’accesso è contenuta nell’autorizzazione edilizia, mentre per l’apertura di un nuovo passo carraio con opere edilizie, deve essere presentata apposita richiesta (SCIA o Permesso di costruire). Sempre ai sensi del Codice della Strada, infatti, tutti i passi carrabili devono essere autorizzati ed individuati dall’apposito segnale concesso dal Comune. La mancata apposizione o l’apposizione di segnali stradali difformi dalle prescrizioni regolamentari sono, quindi, sanzionabili in termini pecuniari. Per ottenere il rilascio del cartello di passo carrabile deve essere presentata domanda (disponibile sempre sul sito internet del Comune) all’Ufficio Tributi ed il costo del cartello è pari ad € 16,94.
Nel caso in cui il titolare della concessione o il proprietario dell’immobile non abbia più interesse ad utilizzare l’accesso carrabile, può richiedere la cancellazione del canone procedendo alla presentazione di SCIA o DIA al settore urbanistica del Comune ed effettuando a propria cura e a proprie spese l’eliminazione dello stesso.

Per chiarimenti e/o informazioni contattare l’ufficio tributi dal lunedì al sabato dalle ore 9.00 alle ore 13.00 ai seguenti numeri: 0533/318541 (sig.ra Milena Tomasi) 0533/318542 (sig.ra Annasara Cavallari) 0533/318543 (sig. Paolo Gardini) 0533/318544 (sig.ra Maura Chendi) e 0533/318548 (sig. Matteo Schincaglia. Oppure consultare il sito internet http://www.comune.comacchio.fe.it/index.php/Notizie/Censimento-generale-dei-passi-carrabili.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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