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Da: Regione Emilia Romagna

Il via libera della Regione al Protocollo regionale che specifica le Linee guida nazionali. Nel percorso per la stesura sono stati coinvolti enti locali, enti gestori, coordinamenti pedagogici territoriali, alcuni esperti universitari e la sanità pubblica, sentiti anche i sindacati. Attività preferibilmente all’aperto, piccoli gruppi seguiti sempre dagli stessi educatori senza mescolanze tra gruppi, entrate e uscite scaglionate, triage all’ingresso, attenzione specifica a bambini e ragazzi con di sabilità e regole per la pulizia di ambienti e materiali. Manghi: “Inserito uno specifico paragrafo su attività motorie e sportive”

Approvato il protocollo regionale per la riapertura in sicurezza, già da lunedì 8 giugno, dei Centri estivi dell’Emilia-Romagna destinati ai bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni.La Regione ha dato il via libera al documento che nei prossimi giorni verrà recepito da un’ordinanza del presidente Stefano Bonaccini.Filo conduttore comune delle regole e dei requisiti messi a punto, garantire la massima tutela della sicurezza e della salute di bambini, ragazzi, educatori e familiari.

Fra le principali misure previste e da adottare: attività da svolgersi preferibilmente all’aperto, bambini e adolescenti organizzati in piccoli gruppi e seguiti sempre dagli stessi educatori senza mescolanze tra gruppi, entrate e uscite scaglionate, triage all’ingresso, attenzione ai contatti, pulizia e disinfezione costante degli ambienti e dei materiali.

“Con la tanto attesa cornice di regole sanitarie e di distanziamento, possono finalmente partire in sicurezza le attività educative per i bambini e i ragazzi, con un ventaglio di offerte varie a carattere ludico-ricreativo di qualità, come è ormai tradizione della nostra regione- sottolinea la vicepresidente e assessora al Welfare, Elly Schlein-. Siamo arrivati a questo risultato grazie a un lavoro approfondito e condiviso, per il quale ringrazio ancora una volta tutti i soggetti che si sono riuniti attorno al tavolo per trovare soluzioni a un problema davvero sentito dalle famiglie e dalle istituzioni. Chiudiamo oggi un percorso che è partito il 24 di aprile con il primo ampio confronto riunendo tra le migliori competenze della Regione, che ci ha permesso di condividere proposte concrete con il Governo che sono state prese ad ampio riferimento per le Linee Guida nazionali uscite insieme al DPCM 17 maggio, che oggi specifichiamo in questo protocollo”.

“Assieme al presidente Bonaccini- prosegue Schlein- abbiamo più volte ribadito l’esigenza di accompagnare la ripresa delle attività economiche e lavorative con la graduale ripresa dei percorsi educativi e di socialità di bambini e adolescenti, sostenendo in questo modo anche le famiglie nella gestione del carico di cura e dei figli, che in questi mesi hanno gravato in modo innegabile unicamente sulle loro spalle, in particolare delle donne. E non ci possiamo permettere passi indietro su un tema di fondamentale importanza e attualità come quello della conciliazione dei tempi di cura e di lavoro. Non solo- conclude la vicepresidente- perché i bambini e i ragazzi hanno bisogno di riprendere gradualmente la socialità, e al tempo stesso va tutelato il lavoro dei nostri educatori e delle nostre educatrici, che rappresentano un vero patrimonio sociale. Siamo pronti a partire, dunque, e a farlo in sicurezza. Infine- conclude la vicepresidente- vogliamo ribadire che stiamo lavorando a soluzioni anche per la fascia d’età 0-3 anni: il Comitato tecnico scientifico nazionale ha chiesto qualche altro giorno per integrare, come da richiesta fatta insieme alle Ministre Bonetti Azzolina, le Linee guida nazionali in favore dei servizi ai più piccoli. Non si può lasciare la fascia 0-3 anni sguarnita di risposte fino a settembre.”.

Le novità introdotte

Il protocollo definito dal tavolo regionale introduce alcune regole per i gestori e indicazioni precise per le famiglie, subentrando all’attuale direttiva regionale sui Centri estivi.

I genitori dovranno portare i figli ai centri con orari differenziati: gli ingressi saranno scaglionati per evitare l’affollamento. I punti di accoglienza dovranno essere all’esterno dell’area o della struttura, per evitare l’ingresso degli adulti nei luoghi dove si svolgono le attività. Il triage prevede che venga chiesto all’accompagnatore se il bambino ha avuto febbre, tosse, difficoltà respiratoria, ma non è richiesto il certificato medico per la frequenza del centro estivo.

Prima dell’accesso all’area è possibile effettuare il controllo della temperatura, sia per gli educatori che per i bambini, per i quali dovrà ancheessere prevista la possibilità di lavarsi le mani con acqua e sapone o gel igienizzante, procedura obbligatoria in ingresso e in uscita. Tutti gli operatori, e i bambini, dovranno indossare la mascherina. Il protocollo prevede misure specifiche per il corretto svolgimento di attività motorie e sportive.

L’organizzazione dei gruppi

L’accesso alle attività sarà per piccoli gruppi di età omogenea, con un rapporto numerico minimo fra operatori, bambini e adolescenti diverso in relazione all’età dei partecipanti: per i bambini tra 3 e 5 anni, ci sarà un adulto ogni cinque; per i bambini in età di scuola primaria (6-11 anni) un adulto ogni sette; infine, per gli adolescenti in età di scuola secondaria (12 -17 anni), il rapporto sarà di un adulto ogni dieci ragazzi.

Nei centri estivi è richiesta la presenza di un responsabile con ruolo di coordinatore in possesso di una formazione specifica in uno dei seguenti ambiti: educativo, formativo, pedagogico, psicologico, sociale, artistico, umanistico, linguistico, ambientale, sportivo. Gli operatori dovranno essere in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado o di titolo anche di laurea, anche triennale, preferibilmente a specifico indirizzo socio-educativo con funzione di educatore. È consentito il coinvolgimento di volontari (di almeno 16 anni), opportunamente formati, che operano sotto la supervisione del responsabile del Centro ma non concorrono alla determinazione del rapporto numerico del gruppo.

È inoltre possibile prevedere che enti gestori e famiglie condividano un patto di responsabilità reciproca in cui dichiarino di essere informati e consapevoli dei possibili rischi di contagio da virus COVID-19 derivanti dalla frequenza dei luoghi di attività, e delle misure di precauzione e sicurezza indicate.

Per quanto riguarda lo svolgimento delle attività, sono consigliate quelle all’aria aperta per garantire il necessario distanziamento fisico, e una adeguata areazione degli ambienti chiusi, tenendo aperte le finestre. Sarà necessario individuare una pluralità di spazi, con un’attenta valutazione dell’adeguatezza dal punto di vista della sicurezza, utilizzando le potenzialità di accoglienza di spazi per l’infanzia e delle scuole o altri ambienti similari come ludoteche, centri per famiglie, oratori, fattorie didattiche, colonie estive, spazi di aggregazione, ecc.

Il documento contiene inoltre indicazioni inerenti lo svolgimento in sicurezza dell’esercizio fisico, e più specificatamente dei giochi motori per i bambini tra 3 e 11 anni.

“Abbiamo ritenuto di compendiare le linee generali sui centri estivi dedicando uno specifico paragrafo alle attività motorie e sportive- sottolinea Giammaria Manghi, capo segreteria politica della presidenza di Giunta-. Tradizionalmente in Emilia-Romagna le attività estive dedicate a bambini e ragazzi si caratterizzano con l’attività fisica e, soprattutto in questa fase, va sottolineata la loro importanza per migliorare le condizioni di salute, promuovere il benessere psicologico, della popolazione infantile dopo il periodo di lockdown”.

Tutte le aree frequentate dai bambini e le attrezzature dovranno essere adeguatamente igienizzate, così come si dovrà porre particolare attenzione, durante i pasti, a non far condividere posate e bicchieri da parte di più bambini. Naturalmente non si potranno organizzare feste di fine corso nei centri estivi, ma le attività dei bambini potranno essere documentate con video da consegnare alle famiglie

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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