Skip to main content

Da: Cia

Cia Ferrara: servono interventi straordinari per salvare la filiera pericola

Produttori allo stremo per i cali produttivi e alcune avversità fitosanitarie praticamente impossibili da debellare. L’associazione chiede misure eccezionali a sostegno della pericoltura emiliano-romagnola

Ferrara – “Come possiamo definire cimice asiatica e maculatura, capaci di spazzare via la quasi totalità della produzione di pere, se non calamità naturali? Quest’anno tra cali produttivi e problemi fitosanitari le aziende rischiano di chiudere i battenti – spiega Antonio Fioravanti, uno dei tanti frutticoltori che quest’anno non avrà alcun reddito dalla raccolta di pere. Grande preoccupazione da parte di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara che sta monitorando la situazione nelle aziende associate, anche alla luce dei dati diffusi nei giorni scorsi dall’OI (Organizzazione Interprofessionale) Pera. Tra i maggiori problemi a livello di avversità un tipo di maculatura non ancora chiaramente identificata, che rischia di compromettere le prossime annate produttive.

“Dalla grandine o dai fenomeni atmosferici violenti possiamo proteggerci grazie alle assicurazioni – continua Antonio Fioravanti – e comunque un’annata negativa può capitare, fa parte del nostro lavoro. Ma non possiamo fare nulla contro insetti o funghi “sconosciuti”. Da qualche anno c’è un tipo di maculatura che nessun trattamento riesce a debellare, semplicemente perché nessuno ha ancora capito di cosa si tratta, visto che non è la tipica maculatura bruna provocata dall’alternaria. Noi produttori siamo davvero disperati perché abbiamo a che fare con una avversità sulla quale non si fa ricerca scientifica e che l’anno prossimo, dunque, si ripresenterà. E ancora una volta non avremo nessuno strumento per evitare che mandi in fumo il nostro lavoro. Penso alla disperazione dei produttori che conducono da tanti anni un’azienda vocata alla pericoltura come la mia, ma anche a quella di giovani frutticoltori che hanno fatto investimenti e che si troveranno costretti a chiudere, perché non si può pensare di produrre frutta in perdita, spendendo senza portare a casa nulla. Bisogna fare qualcosa e farlo velocemente perché se salta il primo anello, salta tutta la filiera della pera ferrarese”.

“Siamo di fronte a un’annata pericola disastrosa – commenta Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia Ferrara – tanto che stiamo già facendo pressione perché lo stato di calamità naturale venga riconosciuto in maniera rapida, per consentire al comparto pericolo di evitare un pericoloso default. D’altra parte di dati diffusi dall’OI Pera parlano chiaro: manca un terzo della produzione a livello nazionale, circa il 34%, anche se sappiamo di aziende del territorio dove il calo sarà molto più consistente, in particolare per l’Abate. Certamente il cambiamento climatico non ha aiutato l’andamento produttivo, ma i problemi quest’anno sono legati anche ad alcune avversità fitosanitarie che gli agricoltori non sono riusciti a contenere in nessun modo, dalla cimice asiatica all’alternaria, anche per la diminuzione dei prodotti fitosanitari consentiti per i trattamenti. Servono, dunque, interventi straordinari perché il rischio è quello di giocarci un’intera filiera che crea occupazione e valorizza, anche all’estero, i nostri prodotti d’eccellenza. Un investimento importante che non può e non deve andare sprecato”.

tag:

CIA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it