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da: ufficio stampa e comunicazione Cia Ferrara

“All’olio di palma preferisco i girasoli” è l’iniziativa di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara a sostegno delle colture da spremitura come girasole, mais e soia per sostituire l’olio di palma.

FERRARA – “All’olio di palma preferisco i girasoli” è lo slogan della campagna che Cia – Agricoltori Italiani di Ferrara ha messo in campo per sensibilizzare i consumatori nei confronti di un olio dannoso per la salute e l’ambiente. L’iniziativa ha l’obiettivo di spingere da un lato le aziende alimentari a inserire nei prodotti una giusta quantità di olii vegetali italiani – come quelli di girasole, mais e soia – e dall’altro i consumatori a preferire prodotti privi di olio di palma. Secondo l’associazione sarebbe l’intera filiera agroalimentare a guadagnarci: i produttori agricoli vedrebbero aumentare la richiesta di girasole, mais e soia in un periodo di forte crisi dei cereali; le aziende agroalimentari immetterebbero sul mercato prodotti autenticamente Made in Italy e i consumatori potrebbero mangiare alimenti meno ricchi di grassi e più sostenibili per l’ambiente.

«L’olio di palma – spiega Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia Ferrara – è un grasso ottenuto dalle palme da olio in Indonesia e Malesia che viene usato perlopiù nella preparazione di prodotti da forno industriali e creme spalmabili. Ha una resa produttiva altissima, rende cremosi gli alimenti e li conserva, quindi una vera manna per le industrie alimentari. I consumatori – almeno fino all’obbligo del 2015 di indicarlo in etichetta – erano ignari della sua presenza e del fatto che contiene il 49% di grassi saturi, quelli che favoriscono l’insorgenza di malattie cardiovascolari e l’obesità infantile. La nostra associazione ha lanciato questa iniziativa per dire ai cittadini che gli olii di girasole, mais e soia – perfetti sostituiti dell’olio di palma negli alimenti industriali – sono più sani perché contengono rispettivamente circa il 10 e 15% di grassi saturi e soprattutto sono prodotti italiani, coltivati in maniera sostenibile e a basso impatto ambientale. L’esatto contrario dell’olio di palma che viene prodotto attraverso la deforestazione della foresta pluviale, il serbatoio di ossigeno della terra.» Olii italiani di qualità, dunque, prodotti con un sistema virtuoso che dia benefici tangibili a tutta la filiera, dalla produzione al consumo.

«La produzione cerealicola – spiega Massimo Piva, vicepresidente Cia Ferrara – è in forte crisi per la contrazione dei prezzi di mercato e le difficoltà di coltivazione di prodotti come il mais, colpito dal problema delle aflatossine. In questo contesto abbiamo scelto di fare una campagna per dire all’industria ed ai consumatori che l’agricoltura italiana è prontissima a fornire raccolti per la produzione di olii vegetali italiani assolutamente No Ogm. Pensiamo sia un’opportunità importante per l’intera filiera cerealicola: più girasole significa per l’agricoltura un miglior avvicendamento colturale nuovi sbocchi di mercato e reddito; per l’industria la garanzia di approvvigionamento di prodotto realmente Made in Italy e per il consumatore la garanzia di mangiare alimenti sani e preservare la salute, a partire dai più piccoli.»

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CIA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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