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Da: Ufficio Stampa – CIA E.R.

L’Ordinanza del 30 aprile emanata della Giunta regionale prevede anche la caccia di selezione

Cia: “ Bene il provvedimento, ora gli enti preposti si attivino per dare attuazione a questa forma di caccia individuale con l’obiettivo di limitare i danni d cinghiale alle colture agricole

La Confederazione chiede anche uno snellimento burocratico per l’attuazione dei piani di controllo ai selvatici invasivi

L’ Ordinanza 74 emanata dalla Giunta regionale consente l’attività venatoria nella forma selettiva a partire dal 4 maggio: è quello che si legge nel documento del 30 aprile scorso in cui, al punto 8, viene specificato…. ‘’è consentita in forma individuale ….. corsa, caccia di selezione, ….per tali attività lo spostamento individuale solo in ambito provinciale…’
“Bene il provvedimento – commenta Cristiano Fini, presidente di Cia- Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna – ora gli enti preposti, Atc, Ambiti territoriali di caccia in primis, si attivino per dare attuazione a questa forma di caccia individuale a tutti i cacciatori abilitati a praticarla, con l’obiettivo di limitare i danni alle colture agricole. Con l’imminente emanazione del calendario venatorio, infatti, è opportuno che vi siano le condizioni per il prelievo dei cinghiali che in questo periodo dell’anno sono particolarmente invasivi sulle colture”. Se non intervengono modifiche la caccia al suide in forma selettiva sarebbe già consentita (il calendario venatorio la prevede dal 15 aprile) e si aggiungerebbe ai Piani di controllo che di fatto sono stati rallentati dall’emergenza sanitaria.
“L’attività di controllo purtroppo è stata frenata dal Covid – ricorda Fini – ed ora confidiamo anche in un ulteriore snellimento burocratico nelle richieste di autorizzazioni per le azioni di prevenzione. La serrata che limita gli spostamenti ha infatti interessato anche i coadiutori volontari che abitualmente andavano a realizzare recinti o altre opere di prevenzione – prosegue Fini – inoltre il fermo ostacola gli addetti dell’Atc incaricati di distribuire il materiale necessario a quei produttori disposti ad installare, anche autonomamente, le recinzioni. Le procedure burocratiche, anche a causa di oggettive limitazioni dettate dai provvedimenti per contrastare il Covid, non sono snelle – conclude Fini – e allungano i tempi di azione”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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