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Da: Ufficio Stampa CIDAS

Domenica 13 ottobre gli ospiti con deficit motori e psichici, del Centro Socio Riabilitativo per la Disabilità di CIDAS Parco La Fiorana, hanno preso parte a Portomaggiore all’iniziativa sportiva “La corsa dl’Alievar”, gara podistica organizzata dalla Polisportiva Quadrilatero, con il patrocinio del Comune di Portomaggiore e di UISP Ferrara.

Il sogno di partecipare alla competizione sportiva di Vittorio e Stefano, è stato reso possibile grazie alla collaborazione di una rete di realtà.
L’azienda Kratos di Ivrea e l’Associazione “Un po’ per tutti” con il Comune di Comacchio, hanno messo a disposizione due Kbike, innovative portantine su due ruote che possono trasportare una persona, trainate da un atleta nella parte anteriore e spinte da un altro atleta nella parte posteriore.
A cimentarsi nell’impresa sono stati gli operatori della struttura La Fiorana di CIDAS, Ivan Zaccara atleta della Kratos, Keba El Hadj Kagni giovane gambiano accolto da CIDAS nel progetto SPRAR/SIPROIMI del Comune di Argenta, che hanno scelto di mettersi letteralmente in gioco accanto agli ospiti con disabilità.
Il maestro di musica africana Hamidou Mbengue, che durante l’anno realizza corsi di musicoterapia nel Centro di CIDAS, ha inoltre intrattenuto il pubblico con uno spettacolo di percussioni coinvolgendo i bambini presenti e gli ospiti della Fiorana arrivati a sostenere i loro compagni, assieme ai famigliari.
La Polisportiva Quadrilatero ha fortemente voluto che i team delle Kbike fossero protagonisti della gara, a testimoniare la sensibilità al tema dell’inclusione sociale: sono stati infatti i primi ad essere premiati per la partecipazione alla conclusione dell’evento, ricevendo un riconoscimento direttamente dal Sindaco del Comune di Portomaggiore Nicola Minarelli e dall’Assessore per l’integrazione e la coesione sociale Alessandro Vacchi.

Per i ragazzi coinvolti è stata una straordinaria occasione per sentirsi accolti, anche al di fuori della struttura che li ospita. L’attenzione che è stata loro riservata, ha resto concreta l’idea che è possibile considerare il loro stato come una opportunità e non come un limite. E che la sinergia di più soggetti, coordinata dal personale di CIDAS, può far compiere un piccolo passo ad una portantina, e un grande passo a tutte le persone coinvolte.

Quella di oggi Portomaggiore è stata una giornata speciale, che si inserisce tra le attività educative dedicate a tutti gli ospiti del Centro Parco La Fiorana, pensate per mantenere le abilità fisiche e relazionali. L’équipe di lavoro di CIDAS – composta da coordinatori, operatori socio sanitari, educatori, infermieri, fisioterapisti e personale ausiliario – organizza ad esempio la pet therapy, i laboratori creativi ed artistici, la musicoterapia, la zumba, la ginnastica dolce, la fisioterapia.
Ci sono poi attività che si svolgono all’esterno, permettendo agli ospiti di mantenere il legame con il territorio e le comunità, come nuoto in piscina, ginnastica in palestra con istruttore individuale, sitting volley, partecipazione agli eventi del territorio, gite, visite ai musei ed ai parchi di divertimento.
Sono anche previste attività occupazionali, quali la tenuta di un piccolo orto e dei fiori, il riordino degli spazi interni ed esterni che, assieme alle altre, hanno l’obiettivo di preservare le capacità motorie e stimolare le abilità individuali.

L’approccio alla cura degli ospiti di CIDAS si caratterizza per un metodo di lavoro interprofessionale ed integrato, con un confronto costante tra le differenti figure che operano all’interno, ed anche all’esterno, con i servizi del territorio, al fine di garantire progetti altamente personalizzati a seconda delle esigenze di ognuno.
Altro aspetto distintivo è la volontà di dare voce e spazio alle famiglie, valorizzandone l’esperienza e preservandone il protagonismo accanto ai propri cari.
Una visione dell’approccio riabilitativo che mira a garantire il benessere degli ospiti e del contesto che li circonda.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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