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Gli incassi cinematografici dei cinepanettoni, realizzati appositamente per intercettare quella fetta di pubblico che va al cinema solo poche volte l’anno, costituiscono una importante percentuale del budget annuale.
Il genere nasce negli anni del craxismo e si propaga per tutto il periodo del ventennio berlusconiano. I Vanzina rivisitarono “Vacanze d’inverno” di Camillo Mastrocinque del 1959, interpretato da Alberto Sordi e Vittorio De Sica, e nacque così l’antesignano del ciclo “Vacanze di Natale ’90” che si è concluso, speriamo, con “Vacanze di Natale a Cortina” del 2011.
Nel corso degli anni, il trend del format si è via via ridotto: il Natale 2013 ha visto infatti l’en plein di “Principe abusivo” di Alessandro Siani, con oltre 16 milioni di euro, seguito da “Un bosso in salotto “ uscito il 1° gennaio, con oltre 12 milioni; un cinema, dunque, che punta ancora sull’evasione e il divertimento, ma con commedie più orientate su temi sociali e di costume, per ridere senza smettere di pensare.
Alcune proposte per questo Natale 2014: “Un Natale stupefacente”, con la collaudata coppia Greg & Lillo; “Ma tu di che segno 6” con Boldi e Salemme; il trio Aldo Giovanni e Giacomo in “Il ricco il povero e il maggiordomo”; “Ogni maledetto Natale” una commedia agrodolce, forse la migliore proposta nel genere, con Corrado e Caterina Guzzanti, Valerio Mastandrea, Laura Morante. L’11 gennaio uscirà “Si accettano miracoli” con il quale Alessandro Siani si propone di bissare il successo dello scorso anno. Dai primi giorni di programmazione sembra affermarsi il film di Gabriele Salvatores “Il ragazzo invisibile”, che coniuga qualità filmica e intrattenimento.
Sul versante fantasy e animazione Usa: “La battaglia delle 5 armate”, con gli elfi, i nani e le creature mostruose della saga tolkeniana; per i più piccini “Big hero 6”, protagonisti simpatici e accattivanti pinguini; “Paddington”, in cui l’orsetto è perseguitato dalla perfida Nicole Kidman; ancora “I pinguini del Madagascar” della 20th Century Fox.
Per il cinema più autoriale, da segnalare dal Regno Unito “Pride”, storia vera ed emozionante dell’incontro tra i minatori in lotta e i gay e le lesbiche nel tacherismo anni ’80; “Big eyes” del sempre stupefacente Tim Burton; “The imitation game”, ennesima ma curatissima ricostruzione della vicenda Enigma; l’inquietante “L’amore bugiardo”, del regista di “Seven” David Fincher, con Ben Affleck; infine l’inevitabile Woody Allen di “Magic in the moonlight”.
Infine, per quelli più esigenti, segnaliamo e consigliamo alcune pellicole, se riuscirete a trovarne la programmazione: “Due giorni, una notte” di Jean e Pierre Dardenne; “St. Vincente” con Bill Murray; il visionario e struggente “Il sale della terra” di Wim Wenders; infine l’ultima opera di Ken Loach “Jimmy’s hall”.

Dunque, attenzione alla programmazione, e approfittiamo di questi giorni per una scorpacciata di cinema, meglio se scelto a ragion veduta.

TEST DI CULTURA CINEMATOGRAFICA
Considerati i torpori natalizi, poche domande con qualche piccolo aiuto… per le risposte clicca qui

1) “Francamente me ne infischio.” (l’attore dal baffo arrogante…) Risposta: Via col vento

2) “Mi piace l’odore del napalm al mattino” (uno dei libri del Vecchio Testamento) Risposta: Apocalypse Now

3) “Suonala, Sam. Suona ‘As Time Goes By’ (senza aiuto… evidente) Risposta: Casablanca

4) “Vedo la gente morta” (nel titolo, ne abbiamo 5) Risposta: Il sesto senso

5) “Signora Robinson, sta cercando di sedurmi, vero?” (musica di Simon e Garfunkel) Risposta: Il laureato

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Massimo Piazza


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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