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Da: Ufficio Stampa

PROIEZIONE SPECIALE AL CINEMA BOLDINI

Lunedì 20 maggio ore 21.00 – v.o. sott. Ita

Maigret e il caso Saint-Fiacre, regia di Jean Delannoy

(MAIGRET ET L’AFFAIRE SAINT-FIACRE, Francia, 1958 – 98′)

SIMENON AL CINEMA – IL CINEMA RITROVATO AL CINEMA – RESTAURO IN 4K

ingresso 5 euro

Lunedì 20 maggio alle ore 21.00 arriva al Cinema Boldini – in versione originale sottotitolata in italiano – Maigret e il caso Saint-Fiacre del regista Jean Delannoy, grande classico del 1959 restaurato dalla Cineteca di Bologna. Dopo Panique, proseguono le proiezioni dei successi cinematografici tratti dall’opera del prolifico scrittore belga Georges Simenon.

Chiamato dalla contessa de Saint-Fiacre, sua amica d’infanzia, Maigret si trova di fronte a un caso particolarmente complicato: un biglietto anonimo annuncia la morte, per l’indomani, della donna, che nonostante la vigile sorveglianza del protagonista, il giorno successivo, muore nel giorno indicato sotto gli occhi di Maigret, mentre si trova in Chiesa. Il medico dichiara che la morte è avvenuta per paralisi cardiaca: dovrebbe quindi trattarsi di morte naturale e nulla sembra autorizzare il sospetto che l’azione criminosa di qualcuno abbia potuto determinarla. Malgrado le apparenze, Maigret però è convinto che ci sia sotto qualche cosa di losco. Atmosfere tra il lugubre e nostalgico con un Jean Gabin ancora una volta perfetto in questo ruolo: la faccia perbene anteguerra, di ruvida estrazione contadina, viene ormai scolpita nella memoria collettiva come Il Maigret cinematografico.

A novant’anni dall’ideazione del personaggio del famoso commissario, la scelta di riproporre in versione restaurata proprio la trasposizione cinematografica del romanzo ambientato a Saint Fiacre risulta legittima: dovendo individuare un solo titolo nel mare infinito della produzione tratta dalla serie di Simenon si è deciso di prediligere quello che narra il ritorno di Maigret ai luoghi aviti, vicino a Moulins, presso il castello dove il padre faceva il fattore. Gli anni felici della giovinezza hanno lasciato un legame profondo tra il protagonista, il contesto e i personaggi, rendendo il romanzo uno dei più significativi e apprezzati.

L’aneddotica intorno a Georges Simenon è vastissima. Lo scrittore ha parlato molto di sé nelle interviste e che ha lasciato, dando adito a molte storie sula sua arte e sul suo metodo; tra queste, la rapidità famelica della scrittura: le 102 avventure del commissario, organizzate, tra romanzi e novelle, in tre cicli, richiedevano una media di sette giorni per la stesura.
Maigret e il caso Saint-Fiacre è un film “alimentare”, nel senso in cui Simenon diceva orgoglioso di scrivere i suoi gialli in modo frenetico e “semi-alimentare”. Con i generi, al cinema e in letteratura, si mangia. Con il giallo si mangia bene. E se si costruisce un grande personaggio, e un grande ambiente narrativo, il resto viene da sé, con centinaia di minime varianti. Ecco perché quello di Delannoy è un grande esempio di cinema dell’abbondanza, popolare, dignitoso, appassionante e impeccabile, dove gli anni che ci separano da esso non fanno altro che esaltare l’artigianato da cui proviene.

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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