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Da: Ufficio Stampa Arci Ferrara

Giovedì 21 novembre alle 21.00 arriva al Cinema Boldini – in versione originale sottotitolata in italiano – “Vertigo – La donna che visse due volte”, capolavoro di Alfred Hitchcock, nella nuova versione restaurata e distribuita nelle sale italiane dalla Cineteca di Bologna grazie al progetto Il Cinema Ritrovato. Il thriller del 1958, tratto dal romanzo dal romanzo “D’entre les morts”(1954) di Thomas Narcejac e Pierre Boileau, nel 2012 è stato nominato dalla rivista Sight and Sound come “miglior film di tutti i tempi” per conto del British Film Institute, togliendo il primato a ‘Quarto Potere’ di Orson Welles, detenuto sin dal 1962.

L’agente di polizia John “Scottie” Ferguson, interpretato da James Steward, abbandona la divisa in seguito ad un tragico incidente: durante un inseguimento sui tetti dei grattacieli di San Francisco cade e resta aggrappato ad un cornicione. Paralizzato dalla paura dell’altezza e da forti vertigini, assiste alla morte del suo collega, che, nel tentativo di salvarlo, scivola e precipita nel vuoto.
Un ex compagno di college gli chiede di sorvegliare la moglie Madeleine (Kim Novak), la quale, in seguito a ricorrenti stati di incoscienza, crede di essere la reincarnazione della bisnonna materna Carlotta Valdes, morta suicida a 26 anni, un secolo prima. Scottie è scettico, esitante, ma quando vede Madeleine rimane folgorato, accetta l’incarico e si innamora perdutamente. A questo punto un’altra tragedia sconvolge la fragile psiche del protagonista: nuovamente bloccato dalle vertigini, non riesce ad impedire all’amata di gettarsi da un campanile. Dopo una lunga cura psichiatrica, Ferguson incontra casualmente Judy, sosia perfetta di Madeleine, e cerca ad ogni costo di trasformarla nella donna che lo ossessiona. Così facendo, porta alla luce un intrigo diabolico la cui scoperta lo condurrà a un drammatico finale.

Come pochi altri film, Vertigo merita e pretende il grande schermo; girato in vistavision con un magnifico technicolor, è il film che ha insegnato a intere generazioni di registi come usare il colore in funzione simbolica e spettacolare. Quando il protagonista Scottie, dopo aver costretto Judy a vestirsi e truccarsi come la defunta, amatissima, Madeleine, la vede avanzare, incorniciata da un’onirica, espressionista luce verde che la rende letteralmente un fantasma, lo schermo esplode di luce. Un’esperienza imperdibile per qualunque appassionato, da godersi in sala come un rituale dal sapore antico.

Innumerevoli le invenzioni di regia, destinate a fare scuola: una su tutte, per dare al pubblico la sensazione di vertigine che prova James Stewart, Hitchcock girò delle inquadrature in soggettiva che combinavano uno zoom in avanti con una carrellata all’indietro.

Vertigo è un film unico nella filmografia di Hitchcock, è un film unico anche rispetto al cinema hollywoodiano. Anzi, è un film unico e basta. Punto.(Martin Scorsese)

Rivedo Vertigo come minimo ogni due mesi (François Truffaut)

Il capolavoro del maestro del brivido, considerato da molti critici la vetta più alta e la sintesi più completa di tutto il suo cinema, a differenza delle altre opere di Hitchcock, rappresenta la descrizione coinvolgente di una ossessione d’amore che diventa patologia psichiatrica. Come nel vortice di una vertigine, la storia d’amore alla base del film è circolare, ripetitiva, frammentata e irrazionale, distruttiva. Tutti, nel film, amano, desiderano, ricordano qualcuno che non c’è più, e forse non c’è mai stato, ovvero lo spettro costruito dell’altro, non l’altro “in sé”.

Come Scottie che non ama Madeleine in quanto individuo ma come un’immagine carnificata, un oggetto femminile a cui non intende rinunciare, siamo forse capaci di amare per sempre solo un fantasma costruito dalla nostra mente?

“Perché ci si insinua un sospetto: forse il solo amore eterno di cui siamo capaci è quello per chi non ci appartiene più. L’amore che non muore è l’amore per un fantasma” (Gianni Amelio)

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Arci Ferrara


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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