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Da: Ufficio Stampa Arci Ferrara

PROIEZIONE SPECIALE

AL CINEMA BOLDINI

martedì 5 Febbraio ore 21.00 – v.o. sott. ita

WONDERFUL LOSERS – A DIFFERENT WORLD

regia di Arunas Matelis

(Lituania, Italia, Svizzera, Belgio, Lettonia, Gran Bretagna, Irlanda, Spagna. 2017 – 71′)

Ingresso 5 Euro prenotando il biglietto su Movieday al link http://www.movieday.it/event/event_details?event_id=1917

o in cassa fino al giorno 4 Febbraio

Ingresso 6 Euro il giorno della proiezione

Martedì 5 Febbraio ore 21.00 al Cinema Boldini verrà proiettato in versione originale con sottotitoli in italiano WONDERFUL LOSERS – A DIFFERENT WORLD di Arunas Matelis, grazie alla collaborazione con Movieday, la piattaforma web che permette di organizzare proiezioni nei cinema di tutta Italia. L’ultima autorizzazione a girare un documentario sul Giro d’Italia risale al 1973 di Stars and Watercarriers di Jorgen Leth, ma per Matelis non si tratta semplicemente di un documentario sul Giro d’Italia. Non si parla di campioni in lotta tra di loro, di maglie rosa o ciclamino, né del doping che da decenni affligge le competizioni più prestigiose. Il punto di vista scelto da Matelis è quello di chi costituisce l’ossatura dello sport stesso: i gregari. Portatori di borracce, agnelli sacrificali destinati a far da battistrada per mettere il campione in scia e a interpretare il cosiddetto “gioco di squadra”. Nessuno ne canterà le lodi e a nessuno di loro toccherà il bacio della Miss al traguardo, ma è qui che si può toccare concretamente la materia di cui è fatto il ciclismo su strada.

WONDERFUL LOSERS racconta le storie di questi «straordinari perdenti», che in realtà sconfitti non sono, perché ogni loro tappa è un atto d’amore verso lo sport, una lotta continua contro freddo, caldo, cadute e imprevisti. Mostra che ogni vittoria celebrata sul podio dai campioni del pedale è figlia del lavoro dei “gregari”, ma i nomi di questi eroi su due ruote difficilmente saliranno alla ribalta.

Il regista lituano Arunas Matelis ha ribadito più volte che la sua intenzione era quella di mostrare la matrice proletaria e contadina che contraddistingue il più umile tra gli sport competitivi, e ciò emerge spesso nelle interviste ai vari sportivi. Un tratto, quest’ultimo, che spinge più di ogni altro l’appassionato ad amare e seguire il ciclismo su strada. Uno sport spesso sgradevole per tutti e cinque i sensi, fatto di fango e sudore, poco adatto ai merletti di chi ama pavoneggiarsi con la narrazione sportiva. Wonderful Losers non risparmia niente di tutto questo, anzi lo sottolinea. Perché il ciclismo appartiene a loro, a questi perdenti meravigliosi, che valgono mille Lance Armstrong.

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Arci Ferrara


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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