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da: ufficio stampa Dedagroup

– Sinergis, società di Dedagroup ICT Network specializzata in Sistemi
Informativi Territoriali, partecipa al workshop ‘Città smart, accessibili e partecipate’, che si terrà
venerdì 3 ottobre a Ferrara nell’ambito del festival Internazionale (festival di giornalismo
organizzato dal settimanale Internazionale a Ferrara dal 3 al 5 ottobre).
Insieme a Fondazione Graphitec, Sinergis presenterà una prima applicazione mobile di mapping di
barriere architettoniche relativo ad i-SCOPE (www.iscopeproject.net), progetto di ricerca iniziato
nel 2012 e co-finanziato dalla Commissione Europea creato per sviluppare e fornire servizi
informativi smart, attraverso una piattaforma aperta e basata su dati geografici.
Una città è intelligente soltanto se è accessibile: parte da qui la riflessione attorno alla quale si
sviluppa il workshop di Internazionale, dove Sinergis porterà il suo know-how per raccontare il
valore delle informazioni geografiche e la necessità di condividerle e renderle accessibili davvero a
tutti.
In quest’ottica, il workshop intende mostrare come l’ICT rappresenti un valido supporto per
abilitare la crescita e lo sviluppo sostenibile. In particolare, Sinergis mostrerà come la possibilità di
scambiare e condividere dati geografici per mappare le barriere architettoniche (e sensoriali)
presenti in una città, possa rappresentare un importante aiuto per la governance delle
Amministrazioni che, grazie ad una geo-referenziazione aperta e condivisa e all’approccio
partecipativo di cittadini e associazioni, sono sempre più consapevoli delle esigenze dei propri
cittadini.
Il progetto i-SCOPE nasce con l’obiettivo di fornire, attraverso una piattaforma aperta basata su un
modello 3D del territorio urbano, servizi intelligenti in tre diversi ambiti applicativi: efficienza
energetica degli edifici; mobilità e inclusione sociale degli utenti ipovedenti e diversamente abili;
inquinamento acustico. L’ambito applicativo di i-SCOPE relativo alle barriere architettoniche ha
l’obiettivo finale di migliorare la mobilità delle persone disabili anche attraverso l’uso di mappe e
informazioni geografiche riguardanti percorsi alternativi ottimali, che tengano conto della
localizzazione e ‘profilazione’ della persona e degli ostacoli presenti lungo il percorso, grazie ad
informazioni integrate da sonoro e braille.In questo senso, l’app sviluppata Architectural Barriers Survey (disponibile gratuitamente su iTunes) consente di rilevare velocemente le barriere architettoniche sul territorio e, attraverso il
crowdsourcing, permette ai cittadini di collaborare con l’Amministrazione Pubblica alla creazione
di un database delle barriere architettoniche presenti nelle città.
Gli organizzatori locali del Festival, insieme a Sinergis e Fondazione Graphitec, hanno ‘testato’ la
app Architectural Barriers Survey lo scorso aprile: grazie alla partecipazione degli studenti della
Facoltà di Architettura di Ferrara, è stato possibile raccogliere un primo set di informazioni
sull’accessibilità ai disabili nei luoghi del festival di Internazionale, con un approccio crowd-source.
Alcuni di questi dati, sono stati utilizzati per la creazione della mappa navigabile dei luoghi del
festival di Internazionale, con informazioni utili alle persone con disabilità:
http://www.ferrarasottolestelle.it/index.php?id=560.
Internazionale a Ferrara – dal 3 al 5 ottobre
Il workshop Città smart, accessibili e partecipate – Una app per mappare le barriere architettoniche – si terrà
il 3 ottobre alle 16.30 presso il Chiostro di San Paolo a Ferrara.
Parteciperanno: Luigi Zanella, Sinergis Dedagroup ICT Network; Sergio Fortini, Università di Ferrara;
Riccardo Dondi, Associazione Mapability; Federico Prandi, Fondazione Graphitech.
L’incontro sarà moderato dal giornalista Claudio Forghieri.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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