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Da: Ufficio Stampa

CNA Emilia Romagna e Confartigianato Emilia-Romagna in campo per difendere il settore della cura della persona, costretto a un ulteriore mese di chiusura.

Il mondo dell’artigianato e della piccola e media impresa, sin dalle prime fasi della pandemia, ha compreso e condiviso le priorità dettate dall’emergenza sanitaria, rispondendo con spirito di servizio e con grande sacrificio alle decisioni prese dal Governo e dalla Regione Emilia-Romagna per contenere l’emergenza.
Con lo stesso spirito, i vertici delle due Associazioni questa mattina hanno incontrato in videoconferenza l’Assessore regionale allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione Vincenzo Colla a cui hanno consegnato le linee guida al protocollo sicurezza per il settore benessere condiviso da CNA, Confartigianato, CGIL, CISL, UIL dell’Emilia-Romagna e i consigli di buone prassi elaborati dai dirigenti imprenditori. Un vero e proprio “manuale” per la ripartenza del settore, un testo che si prefigge l’obiettivo definire le regole necessarie per anticipare l’apertura di acconciatori e centri estetici.

Regole che garantiscono la massima sicurezza di clienti e lavoratori che da oggi sono sul tavolo della Regione impegnandola a farsene portavoce con il Governo per scongiurare la morte di migliaia di imprese, con conseguenze occupazionali ed economiche drammatiche, che non possono reggere un ulteriore mese di inattività.

Il “peso” del comparto benessere. Un settore che, con 135mila imprese e oltre 260mila addetti in Italia, partecipa in maniera determinante all’economia del Paese, oltre a essere essenziale per garantire il benessere, la cura della persona, e quindi la dignità della popolazione. Il comparto conta, in Emilia Romagna, 12 mila imprese (di cui quasi il 90% artigiane) che danno lavoro a oltre 23 mila addetti.

DICHIARAZIONE DARIO COSTANTINI, PRESIDENTE CNA EMILIA ROMAGNA
“Riaprire a giugno, con tre mesi di totale fermo, equivale a chiudere definitivamente per queste imprese. Le imprese dell’acconciatura e dell’estetica sono pronte a seguire le regole e rispettare le più rigorose norme igienico-sanitarie: il Governo e la Regione hanno da oggi, grazie alla nostra proposta, gli strumenti per consentire loro di riaprire al più presto. Le imprese sono ormai allo stremo delle forze e le loro condizioni finanziarie sono così gravi da destare preoccupazioni anche sul fronte della tenuta sociale. Con la consegna delle linee guida al protocollo sicurezza per il settore benessere abbiamo dimostrato che i nostri imprenditori del settore sono pronti a riaprire anticipando la data ipotizzata del primo giugno. Siamo soddisfatti che l’Assessore Colla abbia compreso la nostra volontà e accolto le nostre istanze nell’ottica della formulazione di un protocollo nazionale. Abbiamo ancora sulla pelle i segni pesanti della crisi economica iniziata nel 2008 e, oggi, non ci possiamo più permettere di indebolire ulteriormente il nostro tessuto imprenditoriale”.

DICHIARAZIONE MARCO GRANELLI, PRESIDENTE CONFARTIGIANATO EMILIA ROMAGNA
“Questa iniziativa unitaria delle nostre Associazioni ha portato a un risultato di grande rilievo perché offre a Governo e Regioni un sistema di regole certe e sicure per consentire al comparto della cura alla persona di riprendere a lavorare e scongiurare, per quanto possibile, il rischio di chiusure, con le evidenti e drammatiche conseguenze economiche e sociali. Una riapertura delle attività di cura della persona non solo darebbe di nuovo la possibilità di occupazione, ma avrebbe anche un indubbio riflesso psicologico positivo dopo questo lungo periodo di apprensione e limitazioni. Infine, ma non secondaria, c’è la questione dell’abusivismo che sta toccando tutte le città della regione e che, come noto, è un fenomeno che sottrae slealmente risorse a chi rispetta le regole, oltre ad essere un possibile veicolo di contagio fuori da ogni controllo”.

DICHIARAZIONE VINCENZO COLLA, ASSESSORE ALLO SVILUPPO ECONOMICO E GREEN ECONOMY, LAVORO, FORMAZIONE REGIONE EMILIA-ROMAGNA
“Abbiamo condiviso il percorso sulla sicurezza per parrucchieri ed estetiste che ci è stato proposti dai vertici regionali di Cna e Confartigianato. È un fatto molto importante che rappresenta il primo passo indispensabile per rimettere in moto un settore oggi profondamente a disagio e che coinvolge in particolare donne lavoratrici. Sono convinto che l’ottimo lavoro messo a punto oggi sarà un valido contributo per l’elaborazione di un protocollo nazionale definitivo che permetterà di svolgere un proficuo dialogo con il Governo, finalizzato alla soluzione della richiesta formalizzata dalle associazioni di rappresentanza imprenditoriali”.

DICHIARAZIONE FABIO BEZZI, DIRETTORE CNA EMILIA ROMAGNA
“Ci troviamo in una fase delicata: occorre che il Governo si muova con decisione e con scelte forti. Occorre andare verso la definizione di protocolli nazionali per definire regole chiare e uniformi in grado di garantire l’apertura in sicurezza di tutti i principali comparti produttivi. Oggi è fondamentale riaprire le aziende che riescono a garantire l’applicazione delle regole e dei protocolli di sicurezza. Con la consegna delle linee guida al protocollo sicurezza per il settore benessere, oggi abbiamo dimostrato che l’Emilia-Romagna, insieme alle parti sociali, è pronta per ripartire già nel mese di maggio”.

DICHIARAZIONE AMILCARE RENZI, SEGRETARIO CONFARTIGIANATO EMILIA ROMAGNA
“Il protocollo che abbiamo presentato congiuntamente è il frutto di un’attenta analisi e di un confronto con gli esperti sanitari e con operatori del settore che ha messo al centro la sicurezza delle persone. Gli imprenditori del benessere sono perfettamente in grado di ripartire adottando queste misure, che si rivelano più stringenti di altri settori. Fra queste misure figurano l’adozione di tutti i presidi di sicurezza individuale, i camici monouso, la sanificazione di ambienti e attrezzature, specificando anche la tipologia delle sostanze da utilizzare, la delimitazione degli spazi. Oltre a questo, vengono fissate regole di gestione precise, come la possibilità di ricevere per appuntamento, il numero di persone consentite in funzione della metratura, delle prassi di distanziamento sociale e della tipologia di trattamento che si va a eseguire”.

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CONFARTIGIANATO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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