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Da: Ufficio Stampa Comune di Codigoro

Giornata storica per la comunità codigorese che oggi ha celebrato la festa patronale di San Martino con due inaugurazioni di straordinario valore simbolico, quella del Ponte dello Scariolante e quella della barca Santa Maria, in memoria del pittore Mario Capuzzo. La pioggia battente non ha fermato la macchina organizzativa dei due eventi istituzionali, promossi dall’Associazione Insieme si può, presieduta da William Pozzati, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale.

“Intitolare il ponte della Riviera Cavallotti a quei braccianti, che nei secoli scorsi hanno bonificato questo territorio, scavandolo a mani nude, – ha sottolineato il Sindaco sabina Alice Zanardi – non può che essere un doveroso omaggio a quegli uomini, i nostri nonni, i nostri bisnonni, che hanno sacrificato gran parte della loro vita, per regalare a noi e alle generazioni future un luogo in cui vivere, salubre, bello e decoroso.” Dopo il rito del taglio del nastro, effettuato in presenza della Giunta Comunale delle Autorità militari e dei rappresentanti delle associazioni di volontariato locali, don Marco Polmonari, parroco di Codigoro, ha proceduto alla benedizione solenne del ponte e della barca Santa Maria, a bordo della quale è stato scoperto un manichino che raffigura Mario Capuzzo intento a dipingere. “La genesi del nome del ponte – ha sottolineato il Sindaco ringraziando Pozzati per l’impegno profuso e Giulietto Mazziga per la realizzazione delle targhe – è ben nota, e si riconduce al referendum popolare avviato un anno fa. Il merito di questa giornata storica – ha aggiunto la Prima Cittadina – va anche alla signora Adele Spada, musa ispiratrice, guida preziosa, sempre presente in tutte le occasioni tese a divulgare la storia e le tradizioni culturali della nostra amata città.”

Cenni di sentita gratitudine sono stati rivolti poi, alla signora Marisa, moglie del compianto artista Capuzzo, presente alle celebrazioni, alla pro Loco di Codigoro, a i volontari e agli uffici comunali, con particolare riferimento all’Urp, per essersi prodigati a rendere possibile la manifestazione. Prima dell’ aperitivo conviviale nella sede di “Pronto Amico”, proprio la vedova di Capuzzo, Marisa, ha voluto rivolgere parole di profonda riconoscenza all’Amministrazione Comunale e all’Associazione Insieme si Può per le due iniziative odierne, “che mi riempiono il cuore di ricordi – ha riconosciuto la signora Marisa -. Il mio capitano è ancora lì sulla mia barca che mi aspetta. Sono contenta, commossa e onorata, perchè Codigoro è per me la seconda patria. Grazie di cuore per questo omaggio a mio marito.” Presente anche Carla, vedova del compianto scultore Massimo Gardellini, artefice del monumento agli scariolanti, inaugurato sulla Riviera Cavallotti nel 1982. Franco Dalle Vacche, presidente del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, ringraziando per l’invito alla cerimonia inaugurale, ha elogiato “la forza dinamica dell’uomo, lo scariolante, che ci dà l’idea della fatica. Noi siamo gli scariolanti moderni – ha aggiunto Dalle Vacche – che, al posto delle carriole e dei badili che si usavano un tempo, impiegano escavatrici all’avanguardia, per effettuare le medesime attività di escavo. Siamo sotto il livello del mare non di centimetri, ma di metri.

Ma noi ferraresi siamo già attrezzati per difenderci.” Tra le iniziative collaterali della Fiera di San Martino, oltre alla mostra “Generazioni a confronto” in viale IV novembre e a quella di Modellismo storico nella sede di Pronto Amico, aperte sino a questa sera, spicca anche quella allestita nell’ex scuola elementare Alda Costa (Riviera cavallotti 5) “I miei pensieri sulla storia di Codigoro”. Quest’ultima è visitabile sino al 17 novembre prossimo ed accoglie foto storiche messe a disposizione dal Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, nonchè oggetti antichi gentilmente concessi dalla signora Adele Spada e opere di alcuni artisti locali. Ingresso libero.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Cari lettori,

dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “giornale” .

Tanto che qualcuno si è chiesto se  i giornali ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport… Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e riconosce uguale dignità a tutti i generi e a tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia; stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. Insomma: un giornale non rivolto a questo o a quel salotto, ma realmente al servizio della comunità.

Con il quotidiano di ieri – così si diceva – oggi “ci si incarta il pesce”. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di  50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle élite, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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