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Da: Ufficio Stampa Coldiretti

Anche per l’ortofrutta il 2020 si conferma un anno difficile, con meno frutta sulle piante e presenza di infezioni ed patologie sui frutti, soprattutto di pere, con prezzi nn remunerativi.

 

Nel nostro territorio le gelate di fine marzo ed aprile hanno ridotto all’osso la produzione di albicocche e di alcune varietà di pesche e nettarine, provocando meno danni alle pere ed alle mele, ma ora si sta manifestando in diverse aziende un altro problema, il cosiddetto marciume calicino, che condiziona pesantemente la produzione di pere, con il rischio di perdite importanti di prodotto.

Il grido di allarme dei frutticoltori appare del tutto giustificato in questo contesto, nel quale i prezzi alla produzione sono per lo più insoddisfacenti, nonostante una quantità media ancora al di sotto della normalità, che lasciava presagire una remunerazione più equa per i produttori, in considerazione dell’apprezzamento dei consumatori per la frutta made in Italy.

Sono alcuni anni che il nostro comparto sta scontando problemi e difficoltà che in passato non si manifestavano con questa violenza – rileva Alberto Signorini, frutticoltore e presidente della sezione Coldiretti di Vigarano Mainarda. Un anno troppa pioggia, un altro siccità, poi la cimice asiatica, poi l’alternaria, poi il freddo di primavera… per non parlare dei costi di produzione che dovendo fare i conti anche con questi eventi lievitano e riducono i già scarsi margini economici”.

Anche per Gianni Paganini, presidente di Zona Coldiretti di Ferrara si tratta dell’ennesima annata che delude le aspettative di un buon bilancio. “Siamo consapevoli che produrre alimenti in agricoltura significa fare i conti con eventi non sempre prevedibili e rimediabili, ma i risultati di questi ultimi anni ci pongono di fronte alla necessità di riflessioni su come affrontare i fattori produttivi per poter continuare a garantire ai consumatori prodotti di qualità e sicuri sotto ogni punto di vista ed avere un reddito soddisfacente”.

La riflessione comune si sposta sul fattore climatico, con le sempre più evidenti modifiche al nostro clima e quindi con eventi sempre più estremi e condizioni diverse dal passato per quanto riguarda le dinamiche di infestazioni di insetti e presenza di patologie fungine o virali, che mettono in crisi un consolidato metodo produttivo che ha fatto del ferrarese la capitale mondiale della pera.

Per questo Coldiretti ribadisce la necessità di finalizzare gli studi che Università ed Enti di Ricerca stanno mettendo in campo, applicando conoscenze e nuove tecnologie alle nostre produzioni di qualità, indispensabili per non disperdere un patrimonio produttivo ed una filiera che vede in stretta connessione migliaia di imprese (non solo agricole) e famiglie il cui reddito è oggi a rischio, agendo anche su sostenibilità e costi di produzione. Abbiano bisogno di attivare una diversa filiera produttiva, supportata da nuove tecniche e da nuove relazioni, che valorizzi il prodotto italiano, con le sue peculiarità di sicurezza, salubrità e qualità per continuare ad essere un settore trainante della nostra economia.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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