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da: ufficio stampa Coldiretti Ferrara

Come anticipato la settimana scorsa da Coldiretti, la Regione ha approvato il Bando del PSR che apre la possibilità di accedere ai contributi pubblici per le operazioni di investimento nelle aziende agricole dell’Emilia-Romagna. Le domande a partire dal 15 aprile e sino al 15 luglio. Coldiretti Ferrara continua la serie di incontri in tutto il territorio per illustrare opportunità e limiti del provvedimento.

E’ stato approvato dalla Giunta Regionale il bando definitivo relativo alla misura 4 operazione 4.1.01, “investimenti in aziende agricole in approccio individuale e di sistema”. Tale operazione consente alle aziende agricole di approcciarsi in forma individuale (oppure collettiva) allo strumento messo a disposizione dal Piano Regionale di Sviluppo Rurale per le necessità di innovazione e di ammodernamento aziendale

Le principali spese ammissibili:

– costruzione/ristrutturazione immobili produttivi, quali capannoni, magazzini, sostituzione tetti, essiccatoi, stalle ecc;
– effettuazione di miglioramenti fondiari quali impianti di frutteto, asparagiaie, drenaggi, livellamenti/ruspature e simili;
– acquisto di nuovi macchinari o attrezzature funzionali al processo innovativo aziendale;
– acquisto di impianti lavorazione/trasformazione dei prodotti aziendali a condizione che utilizzino almeno il 66% dei prodotti aziendali;
– investimenti funzionali alla vendita diretta delle produzioni aziendali, compreso tutto quanto necessario, dalle opere strutturali alle dotazioni (celle frigorifere, banchi di vendita, bilance, sistemazione dell’area da adibire a punto vendita, ecc.)
– investimenti immateriali connessi alle precedenti voci di spesa, quali onorari di professionisti o consulenti e studi di fattibilità, entro il limite massimo del 10% dell’importo di spesa;
– investimenti immateriali quali l’acquisizione o sviluppo e personalizzazione di programmi informatici o acquisizione di brevetti/licenze;

Gli interventi dovranno avere un valore minimo di almeno 10.000 € in zona svantaggiata e di 20.000 € nelle zone ordinarie. L’aiuto, nel caso di accoglimento positivo della domanda e di completa rendicontazione di quanto realizzato, saranno nell’ordine del 50% (per giovani imprenditori e nelle zone svantaggiate) o del 40% (per altre tipologie di aziende e nelle zone normali), come contributo in conto capitale rispetto alle spese riconosciute ammissibili nel progetto aziendale.

Le domande potranno essere presentate dal 15/04/2016 fino al 15/07/2016, termine in cui tale bando si chiuderà e non sarà più possibile presentarne per l’annata 2016. Le istruttorie, a cura degli uffici della Regione, verranno effettuate durante i mesi successivi per terminare con la pubblicazione della graduatoria (unica regionale) al 21/11/2016, che darò conto degli esiti della finanziabilità dei progetti o viceversa della loro inamissibilità.
Gli uffici Coldiretti in tutto il territorio provinciale sono a disposizione con i propri tecnici per informazioni più dettagliate e per approntare nel modo più completo l’eventuale presentazione delle domande di partecipazione al bando.

Utili informazioni potranno essere peraltro assunte anche in occasione delle riunioni con i soci interessati che si stanno svolgendo in queste settimane e che vedono anche la presenza e partecipazione di CreditAgri Italia e di Emilbanca, per poter offrire anche una panoramica sulle possibili risposte del sistema creditizio e di garanzia per la realizzazione degli investimenti da candidare al Bando PSR. Gli ultimi appuntamenti sono in calendario per lunedì 21 marzo, alle 20.30 presso la sala Don Orione di Copparo; martedì 22 marzo, alle 20.30 presso la sala convegni della sede Coldiretti a Ferrara in Via Bologna, 637; mercoledì 23 marzo, alle 20.30 presso la Sala Civica del Comune di Berra; mercoledì 30 marzo, alle 20.30 presso la Sala 2000 di Bondeno; giovedì 31 marzo, alle 20.30, presso la sala della Cultura (ex scuole elementari) a Mesola.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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