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Da: Coldiretti

Coldiretti invita gli agricoltori a prenotare i nuovi corsi di formazione specialistica e le misure di tutoraggio aziendale per aggiornamento professionale o per nuovi percorsi di diversificazione produttiva previsti con il contributo regionale sul Catalogo Verde.

Sono in via di pubblicazione i bandi per nuovi corsi di formazione previsti all’interno del Piano di Sviluppo Rurale ed utilizzabili dagli agricoltori con l’accesso al cosiddetto Catalogo Verde.

L’invito di Coldiretti è di prenotare quanto prima la propria richiesta formativa, in modo da poter presentare le domande di accesso ai corsi ed anche i relativi contributi regionali prima dell’esaurimento dei fondi disponibili, peraltro piuttosto rilevanti.

Le tipologie formative specialistiche al momento in corso di approvazione e che è già comunque possibile opzionare possono essere quelli dei tradizionali corsi in aula, tra i quali segnaliamo alcuni nuovi filoni di interesse su argomenti particolari, quali l’elicicoltura (allevamento ed utilizzo delle lumache), la preparazione aziendale della birra e la sua filiera produttiva, l’apicoltura e le sue possibili attività imprenditoriali e reddituali. Tali corsi sono realizzati dall’Ente di Formazione Dinamica.

Altra tipologia innovativa di formazione specialistica è il coaching aziendale, ovvero una attività di tutoraggio e d’approfondimento, svolta da tecnici esperti ed abilitati, direttamente presso l’azienda agricola richiedente l’intervento. In questo caso, tra le altre proposte, segnaliamo: Sicurezza alimentare e gestione dei sistemi di autocontrollo; Sicurezza sul lavoro nell’azienda agricola, normativa e sua applicazione; Moderne tecniche di marketing dei prodotti agricoli; Promozione della filiera corta; Tecniche di trattamento acque reflue ed effluenti zootecnici; Certificazione ed etichettatura dei prodotti agricoli; Multifunzionalità e diversificazione; Metodi e tecniche a basso impatto per il controllo delle avversità in agricoltura.
I corsi hanno durata variabile e costi accessibili (alcuni sono gratuiti).
Si invitano tutti gli interessati a prendere contatto il prima possibile con gli Uffici Coldiretti, che sono a disposizione per ulteriori approfondimenti.

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COLDIRETTI

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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