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Da ufficio stampa Coldiretti Ferrara

cinque punti del nostro manifesto elettorale condivisi in modo trasversale dalla maggioranza dei candidati alle elezioni politiche del nostro territorio

In vista delle prossime elezioni del 4 marzo Coldiretti Ferrara, con dirigenti, soci ed i propri funzionari hanno incontrato a più riprese la gran parte dei candidati nei collegi elettorali che interessano il nostro territorio, sia per la Camera che per il Senato, che nei giorni scorsi ne avevano fatto richiesta.

Il Presidente Sergio Gulinelli ed il Direttore Claudio Bressanutti hanno presentato il manifesto politico di Coldiretti incentrato su cinque proposte a “costo zero” che riguardano: etichettatura obbligatoria per tutti gli alimenti; istituzione del Ministero del Cibo; semplificazione per le imprese agricole; eliminazione del segreto sulle importazioni di prodotti alimentari; approvazione definitiva del disegno di legge sui reati agroalimentari, illustrandone le motivazioni e gli effetti anche per le imprese ferraresi, richiedendo non solo la condivisione di principio che tutti hanno manifestato, ma anche la sottoscrizione esplicita.

Hanno preso parte agli incontri i candidati Carlo Piastra (Lega), Anna Maria Bernini (Forza Italia), Barbara Paron (PD), Alberto Balboni (Fratelli d’Italia), Maura Tomasi (Lega), Rita Cinti Luciani (Italia Europa Insieme), Paola Peruffo (Forza Italia), Vittorio Ferraresi (Movimento 5 stelle), Emanuele Cestari (Lega), Dario Franceschini (PD), Alberto Bova (Civica Popolare).

Ad ultimo incontreremo anche i candidati del PD Stefano Vaccari e del Partito Repubblicano ALA, Federico Messina.

Tutti i candidati incontrati hanno firmato il manifesto politico della Coldiretti assumendosi formale impegno ad adoperarsi affinchè già nei primi cento giorni della XVIII legislatura le 5 proposte di Coldiretti vengano approvate dalle istituzioni preposte.

Oggi in particolare si è svolto presso la sede provinciale di Coldiretti l’incontro con il Ministro uscente alla Cultura e Turismo, Dario Franceschini, che nel condividere le richieste di Coldiretti, ha sottolineato quante delle questioni portate avanti già da anni dalla nostra organizzazione siano attuali o in anticipo sui tempi, riconoscendo la capacità di visione e di sviluppo di Coldiretti sui temi dell’agroalimentare, del territorio e della stessa cultura del Made in Italy.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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