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Da: Coldiretti Ferrara

Cordiale incontro con il presidente Tassinari e la nuova dirigenza della federazione ferrarese, per uno scambio aperto e franco sulle questioni dell’agricoltura del nostro territorio nell’ambito di una complessa fase economica e sociale.

Il presidente di Coldiretti Ferrara, Floriano Tassinari, insieme ai vice presidenti Gianni Paganini e Stefano Maestri, al membro di giunta provinciale Filippo Menghini, al delegato provinciale di Giovani Impresa Filippo Pallara, il consigliere ecclesiastico Mons. Gino Boattin, oltre che il vice direttore Riccardo Casotti e la segretaria di Donne Impresa Melissa Ghirardelli, ha incontrato lunedì 22 ottobre, l’Arcivescovo della diocesi di Ferrara-Comacchio, Mons. Giancarlo Perego.

Nel corso del colloquio è stato posto l’accento alla situazione del settore agricolo, alla sua necessità di essere valorizzato per la produzione di cibo, per la manutenzione del territorio e dell’ambiente, per la ricchezza della biodiversità che è anche il risultato del modello di sviluppo proposto e perseguito da Coldiretti.

Monsignor Perego ha ricordato l’Enciclica di Papa Francesco “Laudato si”, sulla cura della “casa comune”, quindi sul nostro stesso pianeta, proponendo di farne oggetto di un incontro di riflessione proprio con Coldiretti, che rappresenta chi ogni giorno si confronta con la terra, con il mare, con l’ambiente e ne fa oggetto di lavoro, di vita, e anche di conservazione e miglioramento, non solo per se stessi ma per il proprio contesto sociale.

Altro tema toccato nel corso dell’incontro è quello delle attività fatte per far conoscere il mondo dell’agricoltura attraverso i suoi protagonisti, nei mercati, nelle scuole, negli eventi in piazza con i cittadini.

Non sono mancati accenni alle questioni economiche, della scarsa remunerazione degli agricoltori nei confronti del resto delle filiere, e sulla necessità condivisa di dire no con forza allo sfruttamento, al lavoro nero, al dumping economico e sociale che la globalizzazione senza regole purtroppo sta facendo emergere.

Infine l’invito per la prossima edizione delle Giornate del Ringraziamento che come ogni anno segnano il momento del bilancio delle aziende agricole, ed anche l’occasione per ritrovarsi uniti nella preghiera comune per ringraziare di quello che la terra, grazie al lavoro dell’agricoltore, ha saputo dare agli uomini, in programma per il 10 e 11 novembre prossimi, in piazza Trento Trieste a Ferrara.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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