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Attesa per la premiazione dei vincitori del concorso 2018 che saranno proclamati martedì 12 giugno alle 18.30 nel cortile di Palazzo Roverella alla presenza delle autorità cittadine. Le opere saranno esposte nelle sale del Circolo Negozianti e visibili al pubblico negli orari di apertura.

Cresce l’attesa per scoprire i vincitori del concorso organizzato da Donne Impresa Ferrara, unitamente a Campagna Amica ed agli Agriturismi di Campagna Amica per l’anno 2018.
Martedi 12 giugno alle 18.30, presso il cortile di Palazzo Roverella a Ferrara, alla presenza delle autorità cittadine, di dirigenti di Coldiretti Ferrara e degli artisti ferraresi, sapremo chi avrà meglio interpretato il tema di “Campagna Amica degli Artisti”, che quest’anno avevo come titolo “Campolinea, l’agricoltura al tempo dei droni”, lanciato per saldare con un occhio al futuro sempre più prossimo, l’attività agricola in perenne evoluzione eppure sempre legata alle tradizioni, ai valori, al mondo rurale, ai territori ed ai paesaggi, con la visione artistica di giovani e meno giovani interpreti di pittura ed altre arti figurative che hanno partecipato anche nel 2018 al concorso.
La premiazione è pubblica e la mostra delle opere pervenute, può essere fatta da parte di tutti gli interessati presso le sale del Circolo Negozianti che ha sede nel Palazzo Roverella con ingresso da Corso Giovecca, 47, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 20, di martedi 12 e di mercoledi 13 giugno.
Coldiretti ringrazia per la preziosa e fattiva collaborazione il gruppo di Donne Impresa Ferrara, gli agriturismi di Campagna Amica, il presidente del Circolo Negozianti, Comune e Camera di Commercio di Ferrara per il patrocinio concesso e l’incoraggiamento ricevuto a proseguire queste esperienze che mettono in relazione in modo originale il mondo degli agricoltori con la città, i suoi abitanti tramite la sensibilità degli artisti ferraresi e dell’Istituto d’Arte Dosso Dossi, i cui studenti hanno prodotto opere interessanti sul tema della nuova agricoltura, quella dei droni e dello sviluppo sostenibile, della tecnologia e del rispetto del territorio e dell’ambiente.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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