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da: ufficio stampa Coldiretti

Con decreto milleproroghe differito a giugno 2015 il termine per l’emanazione del decreto interministeriale che detterà le norme per la revisione delle macchine agricole che dovrebbe partire dal 2016.

Coldiretti Ferrara comunica che con il decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192 (contenente “Proroga di termini previsti da disposizioni legislative”) è stato differito al 30 giugno 2015 il termine per l’emanazione del Decreto Ministeriale con il quale dovranno essere regolamentate le modalità di effettuazione della revisione delle macchine agricole, prorogando altresì al 31 dicembre 2015 l’entrata in vigore dell’obbligo di sottoporre a revisione periodica tutte le macchine agricole già immatricolate.

Viene quindi ulteriormente prorogata l’entrata in vigore dell’obbligo della revisione delle macchine agricole in considerazione della complessità delle procedure di accertamento dell’idoneità alla circolazione stradale del parco macchine esistente (quasi un milione emezzo di macchine agricole ed operatrici), tenuto conto altresì della necessità per molti di essi di adeguamenti alle vigenti disposizioni del Codice dellastrada.

Con questa proroga, che dovrà disciplinare le modalità di applicazione dell’obbligo di revisione delle macchine agricole, i Ministeri competenti (MIPAAF e Trasporti) potranno valutare in modo più attento, come sollecitato più volte da Coldiretti, la definizione dei criteri di controllo dell’idoneità alla circolazione su strada di detti veicoli. In particolare, per Coldiretti la revisione deve riguardare il controllo delle caratteristiche essenziali delle macchine agricole al pari delle altre tipologie di veicoli attualmente assoggettati a tale adempimento, senza estendere il controllo anche ad aspetti concernenti la sicurezza nei luoghi di lavoro, già disciplinati e resi operativi da altre normative ed altri Enti,evitando duplicazioni di competenze e di controlli.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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