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La collezione Cavallini Sgarbi e Ferrara salpano per Ajaccio mentre arriva una nuova opera

Il 16 luglio Vanitas, di Guido Cagnacci, saluterà il Castello Estense di Ferrara per essere esposto all’importante mostra “Rencontres à Venise” che si terrà ad Ajaccio (29 giugno – 1 ottobre 2018), per fare ritorno infine a Ferrara.

La mostra “La collezione Cavallini Sgarbi” – prorogata sino al 2 settembre 2018 – si arricchisce inoltre di un dipinto di straordinaria qualità la Madonna con il bambino, di Gian Domenico Cerrini detto il Cavalier Perugino, capolavoro della pittura “da stanza” datato tra il 1650 e il 1655.

Allievo a Perugia di Giovanni Antonio Scaramuccia, Gian Domenico Cerrini si trasferì presto a Roma, dove secondo le fonti si educò nella bottega di Guido Reni (ipotesi improbabile perché il contatto dovrebbe essere avvenuto prima del 1627). Lo spiccato interesse per i modelli reniani non gli impedì di assorbire altre esperienze figurative, dall’imponente maniera di Cristoforo Roncalli ai valori chiaroscurali del Guercino e di Giovanni Lanfranco, al classicismo di Andrea Sacchi e del Domenichino. Al pari di altri maestri operanti a Roma in quel tempo (Cozza, Camassei, Gimignani), Cerrini manifestò un certo spirito di indipendenza nei confronti delle tendenze dominanti ed elaborò uno stile originale, “facilmente riconoscibile per i contorni ondulati, piuttosto morbidi, nei quali egli inserisce campi di colore chiaro e lattiginoso” (Voss). L’artista fu appoggiato da influenti personalità (come Bernardino Spada e Giulio Rospigliosi) ed entrò nel giro della più qualificata committenza romana (Barberini, Chigi, Colonna, Corsini, Pallavicini). Tra le opere più rilevanti eseguite entro la metà del secolo sono da ricordare almeno le due pale d’altare per la chiesa di San Carlino alle Quattro Fontane (1642-43), l’Assunta per la cappella Spinelli nella Chiesa Nuova (1645 circa), il David con la testa di Golia della Galleria Spada (1649) e il Martirio di san Sebastiano della Galleria Colonna (1650 circa). Tra il 1654 e il 1655 realizzò la decorazione della cupola di Santa Maria della Vittoria, un’antologia del suo repertorio figurativo in sostanza estranea alle novità delle cupole barocche. Il pittore si trasferì poi a Firenze, presso la corte medicea, dal 1656 al 1661, realizzando numerose opere di sobria tenuta classicista. Tornato a Roma, mostrò un lento ma progressivo avvicinamento alle nuove tendenze barocche.

Il dipinto qui esposto, che ben s’iscrive in un tipo di produzione “da stanza” per il quale Cerrini ottenne un vasto successo, gli fu probabilmente commissionato da un devoto della Beata Vergine del Carmelo, come indica la presenza dello scapolare di color bruno trattenuto dalla Vergine. Al suo fianco Gesù Bambino, ritto, con le gambe incrociate, sul piano di un tavolo, la abbraccia con delicatezza. Entrambi, con lo sguardo, invitano lo spettatore a condividere i loro amorevoli sentimenti. Ancorata ai modelli del classicismo bolognese, l’opera rivela i caratteri tipici dell’apollineo linguaggio del Cavalier Perugino nel suo momento migliore: la purezza del disegno, la stesura smaltata, la seducente tavolozza giocata sull’accostamento di tinte fredde, la morbidezza dei panneggi e la dolce idealizzazione delle figure. L’esecuzione della Madonna con il Bambino sembra cadere dunque entro la metà del sesto decennio del Seicento, ossia prima del soggiorno fiorentino, periodo in cui Cerrini avrebbe optato per un fare più ombroso e macchiato. (Pietro Di Natale)

La mostra “La Collezione Cavallini Sgarbi. Da Niccolò dell’Arca a Gaetano Previati. Tesori d’arte per Ferrara” è promossa dalla Fondazione Elisabetta Sgarbi, in collaborazione con la Fondazione Cavallini Sgarbi, il Comune di Ferrara, sotto il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e della Regione Emilia-Romagna, e si avvale del contributo di partner privati: Bonifiche Ferraresi, Genera Group, Fondazione Cariplo.
La mostra, inaugurata lo scorso 3 febbraio, resterà aperta fino al 2 settembre 2018 nella splendida e ricca cornice del Castello Estense di Ferrara, e sta riscontrando un ottimo successo di pubblico e di critica.
La mostra è a cura di Pietro Di Natale.
Il catalogo della mostra è pubblicato da La nave di Teseo editore.
Comunicazione e grafica a cura di Studio Cerri & Associati.
Allestimento a cura di ReallizzArte e Studio Volpatti.

Orari di apertura
Dal lunedì al venerdì 9.30 – 17.30
Sabato e domenica 9.30 – 18
La biglietteria chiude 45 minuti prima.
Biglietti
Intero € 12
Ridotto (dai 12 ai 18 anni, over 65) € 8
Scuole medie e superiori € 7
Bambini dai 6 ai 12 anni € 5. Gratuito sotto ai 6 anni
Family: per ogni adulto pagante, un minore ha l’ingresso gratuito
Possessori MyFE Card € 3
Tariffe e agevolazioni
www.castelloestense.it
Visite guidate
Adulti con diritto al biglietto ridotto € 4. Dai 6 ai 18 anni € 3
Prenotazioni visite guidate
tel. +39 0532 244949
diamanti@comune.fe.it
Informazioni
tel. +39 0532 299233
castelloestense@comune.fe.it
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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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