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Da: Ufficio Stampa Ente Parco Delta del Po

Dall’ultima settimana di giugno, l’Ente Parco del Delta del Po ha dato ufficialmente inizio alla pesca del “Bagigino”, l’acciuga delle valli di Comacchio (Engraulis encrasicolus). Una pesca che sin da subito si è rivelata promettente, registrando in totale, dall’inizio della pesca presso la stazione di Bellocchio e da questa settimana anche a Valle Campo, un pescato superiore a 70 quintali, con previsioni simili per i prossimi mesi.
La pesca ha avuto inizio dopo un’analisi accurata da parte dei biologi e del personale del Parco che ha verificato la qualità del prodotto, sia dal punto di vista biologico che di mercato ed in seguito ha confermato quale fosse il periodo della pesca per l’anno 2020. Si tratta di una tipologia di pesca importante per il territorio, resa possibile anche grazie all’ottimo stato di crescita registrato per la specie ed alla costante gestione dei livelli e manovre di carico e scarico delle acque, operato per tutto il biennio 2019-2020 in relazione alle esigenze biologiche delle valli.
La pesca viene effettuata giornalmente attraverso il sistema dei lavorieri, tre per la precisione, che lavorano alternativamente a seconda della presenza del pesce. All’interno del lavoriero l’acciuga, in fase di migrazione verso il mare, si ammassa grazie alla corretta gestione delle acque, dei sistemi di pesca e all’elevata esperienza del personale del Parco. E restando in tema di lavorieri, è importante ricordare come quello di Confina sia tornato nel 2019 in gestione diretta del Parco, dopo la risoluzione del contratto con l’associazione “Il posto più bello del mondo”.
Va ricordato che il “bagigino” è inserito dal 2010 nelle “elenco delle specie allevate in acque interne, da vallicoltura estensiva” con delibera della regione E-R, grazie alle unicità delle caratteristiche biologiche ed ecologiche della specie e dell’ambientante di Comacchio.

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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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