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da: Comune di Comacchio

Comacchio dice si alla candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2018. Si sono presentati in tanti ieri a Palazzo Bellini per l’incontro volto alla presentazione dei contenuti emersi durante i cinque tavoli di discussione organizzati per approfondire le tematiche della cultura, dell’identità, dell’ambiente, del turismo, della tecnologia, della creatività e della coesione e inclusione sociale.
Il rapporto uomo/natura, le emergenze architettoniche, il paesaggio, la costa, la cultura dialettale e il ricco contributo delle associazioni locali, sono solo alcuni dei temi emersi e sui quali è stato proposto di puntare nella descrizione di Comacchio all’interno del dossier di candidatura. Un documento, questo, che dovrà riassumere in 60 pagine il progetto comacchiese e andrà presentato al Ministero dei Beni Culturali entro il 30 giugno. Tanti anche i progetti che i cittadini hanno immaginato possano essere inseriti nell’elenco di iniziative da programmare nell’arco del 2018. Si va dal corso di cinema per ragazzi, alla scuola di musica, dai progetti dedicati alle famiglie e alle persone con disabilità, alla realizzazione di percorsi di archeo-bike, fino alla “batana accessibile” e alla street art come mezzo per includere le periferie nel patrimonio artistico di Comacchio.
“Questa giornata dimostra che possiamo credere ancor di più in a questa candidatura – ha spiegato il Dirigente alla Cultura Roberto Cantagalli – credo che già la grande partecipazione registrata e i tanti contributi che, pur in così poco tempo, sono stati condivisi siano da considerarsi il vero successo di questo percorso. Forse non tutto potrà essere inserito nel dossier, ma il confronto che si è creato ai tavoli è stato sicuramente interessante e merita di continuare anche a prescindere dalla candidatura”.
Sono stati in oltre 150, infatti, a prendere parte a vario titolo ai cinque tavoli tematici. Un gruppo di vasto e soprattutto variegato, fatto di insegnanti, imprenditori, educatori, impiegati, ma anche giovani, mamme e semplici cittadini, tutti impegnati nell’unico scopo di immaginare il futuro culturale di Comacchio. A loro si aggiungono i tanti che hanno voluto condividere i propri contributi tramite e-mail e tramite il sito internet del Comune di Comacchio.
Se ai coordinatori dei tavoli è stato dato il compito di presentarne i contenuti, ampio spazio è stato dato anche ai liberi interventi da parte dei presenti all’incontro a Palazzo Bellini. Interventi dai quali sono emerse la soddisfazione in merito all’esperienza vissuta partecipando agli incontri e la voglia di proseguire con la candidatura a Capitale Italiana della Cultura. “Questo successo di partecipazione non era scontato, come non era scontato che l’Amministrazione avviasse un percorso partecipato per la candidatura – ha detto, ad esempio, Massimiliano Venturi, uno dei partecipanti ai tavoli, originario di Ravenna, ma da tempo impegnato a Comacchio in diverse iniziative culturali – credo che a questo punto non si debba più avere paura, bisogna buttarsi e fare questo salto”.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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