Skip to main content

Da: Valter Zago già Presidente del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna

Confesso che fino all’altro ieri – prima della provvidenziale telefonata di un mio amico: “allora Comacchio vuole diventare capitale del biopile?” – non sapevo che diavolo mai si volesse significare con l’uso di tale termine. Che altro non è, poi ho saputo, se non la definizione della tecnica di bonifica di terreni contaminati da idrocarburi.

Tra cui, quelli – 25.000 metri cubi all’anno – che, una volta trattati da una società che collabora con ‘Sipro’, l’agenzia per lo sviluppo della nostra provincia, verranno accumulati per la durata di un decennio nelle vasche dell’ex Zuccherificio di Comacchio di proprietà della stessa ‘Sipro’.

Ho chiesto allora a consiglieri comunali e a componenti della commissione edilizia se fossero a conoscenza di tale progetto. Tutti sono caduti letteralmente dalle nuvole: buio pesto. Possibile? Sì, ho pensato, data la proverbiale opacità della‘Giunta Fabbri’. In ‘rete’, ho avuto più fortuna e sono riuscito a scaricare i ‘nulla osta’ rilasciati a tale riguardo dal Parco del Delta.

Leggendoli, mi è tornata alla mente la lapidaria risposta che diede un tecnico municipale a chi obiettava, in una seduta del Consiglio Comunale di Comacchio, che non si poteva, con un semplice ritocco del Regolamento edilizio, modificare la zonizzazione del Piano regolatore, al fine di consentire la trasformazione dei campeggi esistenti in villettopoli e centri commerciali aperti tutto l’anno, e a chiunque: “Non si può, ma se si deve si può”.

La stessa concezione onnipotente del governo locale, pochi anni dopo, è stata rilanciata dall’attuale Sindaco-Assessore all’Urbanistica-Presidente del Parco, l’uno e trino Marco Fabbri, come ben testimoniato dal titolone a caratteri extra-large di un suo esaltato ed autocelebrativo editoriale di ‘Comacchio informa’: “Comacchio può tutto, continuiamo a sognare!” Ed anche il suo contrario, aggiungo io. Pianto compreso, a causa pure degli ultimi due progetti, uno più folle dell’altro, che interessano sia l’ex Zuccherificio sia l’ex Cercom di Comacchio. Nel cuore del Parco del Delta del Po e sull’asse strategico della testata a mare dell’Idrovia padano-veneta.

A mio avviso, i suddetti ‘nulla osta’ sono palesemente illegittimi. Ma quello che veramente conta è il giudizio a tale riguardo della nostra Regione. La smetta, per favore, di starsene algida al balcone. E batta un colpo. Si assuma finalmente le proprie responsabilità verso il Delta e li annulli.

Così fece giustamente in passato l’Assessore regionale Felicia Bottino con le concessioni edilizie della lotizzazione ‘Salamandra’, rilasciate illegittimamente dal Comune di Comacchio. Così anche nella Città bella del Trepponti potrà essere vissuto sostenibilmente il nuovo anno.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it