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Il Comune di Comacchio, somiglia sempre più alla sede di una Società per Azioni e la Giunta ad un Consiglio d’Amministrazione. Il Sindaco prosegue silenzioso come a capo d’un’impresa privata, raramente fissa indirizzi ai suoi tecnici (da quanto abbiamo, visto e sentito)  e sembra assumere  provvedimenti come rispondesse ad azionisti.  Al popolo, cui «appartiene la sovranità» (Costituzione), rimane il triste ruolo di essere coinvolti solo per avere il polso del consenso.
Ai rappresentanti del popolo (i consiglieri), cui spetterebbe la funzione di controllo, con questa misteriosa proposta di modifica del regolamento del consiglio comunale è riservato un ruolo quasi decorativo.
“il Consiglio Comunale è diventato una scatola vuota”.
“Per mesi rigorosamente a distanza ci siamo battuti per esprimere idee, opinioni, bisogni, segnalazioni che da fuori ci sono pervenute” afferma il capogruppo Righetti. Abbiamo affrontato temi importanti, Viale Carducci, interventi per manutenzioni del territorio, contrasto all’emergenza covid, impianti sportivi, ciclabili, scuola, abbiamo fatto proposte per supportare giovani, anziani, donne, associazioni, imprese…
Le risposte erano sempre le stesse, quasi un eco: respinto!.
Oggi però ciò che viene negata è la democrazia, vengono tagliati fuori i bisogni dei cittadini, tappata la bocca a chi chiede spiegazioni o semplicemente ha a cuore il proprio territorio.
“A questa amministrazione non piace avere un dibattito, e non accettano punti di vista diversi, ma noi siamo stati eletti per operare e lavorare seriamente, per controllare e portare nuove proposte, non per stare zitti e buoni su uno sgabello di casa! Incalza Righetti”.

Il consiglio comunale del  prossimo 29 settembre è molto importante, è stato confezionato ben 100 giorni fa da 3 consiglieri di maggioranza e addirittura dal presidente del consiglio comunale.
Non tanto la sorpresa quanto lo sconcerto di un presidente che invece di onorare il suo ruolo di moderatore super partes, lavora ben 100 giorni all’oscuro del resto del consiglio per “imbavagliare” i rappresentanti dei cittadini…(dimenticando di essere pagato nel suo ruolo dagli stessi).
Abbiamo presentato degli emendamenti (proposte) perché la democrazia rimanga, perché il dibattito continui, Comacchio  merita un consiglio comunale serio, attivo , aperto e democratico e magari prima o poi in presenza…
Cancellare dal regolamento, la possibilità di intervenire, proporre idee e segnalare bisogni dei cittadini, è sconcertante e grave!
La parte tecnica ha già dato parere favorevole a tutti i nostri emendamenti che dimostrano come le modifiche fatte a porte chiuse dal presidente del consiglio risultino in palese contrasto con le norme dello stato della legge del tuel.
Ci chiediamo a questo punto come sia stato possibile da parte dei tecnici dare parere favorevole anche alle modifiche del presidente che vuole un consiglio vuoto…silenzioso e veloce, evidenziando nel suo nuovo regolamento che la parteciapzione e impegno dei consiglieri (per di più di minoranza) è “solo perdita di tempo e impiccio”.
Attendiamo con attenzione quello che accadrà sperando ancor una volta nel buon senso.

Alberto Righetti
Per il Gruppo Per Fare
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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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