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Da: Ufficio Stampa Madeeventi

Mercoledì 29 luglio, Made Eventi e Comune di Comacchio presentano un’altra serata del Cartellone Comacchio Summer Experience, tra cinema e musica. Entrambi gli eventi sono ad ingresso gratuito sino ad esaurimento posti a sedere.

Alle 20.30, in collaborazione con Civica Scuola di Musica di Comacchio diretta da Giorgio Borgatti, nella splendida cornice dell’Arena di Palazzo Bellini a Comacchio, saranno protagonisti gli allievi della scuola stessa che, con questa serata, chiuderà il suo primo anno scolastico.
Fin dall’avvio, la Scuola ha manifestato il desiderio di poter essere un punto di riferimento per gli studenti, per le famiglie e per la comunità offrendo percorsi individuali di canto e strumento e percorsi collettivi di propedeutica, canto corale e musica d’insieme classica e moderna.
Nonostante il lungo e difficile periodo del lockdown, i corsi non si sono mai interrotti. Prima con la didattica a distanza e successivamente con il ritorno alle lezioni in presenza, gli studenti hanno potuto continuare il loro percorso didattico approfondendo le proprie competenze personali, musicali e digitali.
Un concerto che sarà una grande festa musicale e un momento di condivisione con famiglie e cittadinanza, oltre che un’opportunità di confronto e conferma per gli studenti.

Nel giardino della Casa Museo Remo Brindisi, alle 21.30 (apertura arena spettacoli ore 20.30), continua invece la rassegna Cinema sul Mare realizzata in collaborazione con Delta Cinematica, con la proiezione di Cafarnao – caos e miracoli. Vincitore del premio della giuria al festival di Cannes nel 2018, il lungometraggio vede protagonista Zain (Zain Al Rafeea), un bambino di dodici anni che vive in uno dei quartieri più disagiati di Beirut e che ha deciso di ribellarsi al sistema portando in tribunale i suoi stessi genitori, colpevoli di averlo messo al mondo quando non erano in grado di crescerlo in modo adeguato. “Zain è un po’ un salvatore, è la voce di tutti quei bambini che non hanno voce e non si possono esprimere”, dice la regista che mettendo in scena la battaglia di questo ragazzo maltrattato, i cui genitori non sono stati all’altezza del loro ruolo, si propone di fare una denuncia universale attraverso il candore dei suoi occhi.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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