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Da: Stampa
Il 25 maggio, a partire dalle ore 9.30, Comacchio ha riscoperto una parte della propria storia tra mito e scienza. In una sala gremita di pubblico si è tenuto l’incontro che ha posto al centro Comacchio, il suo assetto sanitario e socio-economico durante la dominazione napoleonica.

L’incontro, è stato introdotto da Roberto Cantagalli dirigente del Comune di Comacchio che ha portato i saluti dell’Amministrazione e dell’Ass. alla Cultura Alice Carli, e da Caterina Cornelio, direttrice del Museo Delta Antico, che ha raccontando la genesi di questo momento formativo e divulgativo, facendo anche un doveroso e commovente omaggio alla memoria dell’architetto Andrea Alberti, docente presso l’Università di Ferrara e sovrintendente delle Belle Arti e Paesaggio per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, che avrebbe dovuto presenziare come relatore e profondo conoscitore della materia.
L’appuntamento di oggi prosegue nel solco tracciato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Comacchio, per approfondire, con sempre maggiore attenzione, tutto ciò che gravita attorno al Museo Delta Antico: sia per il suo apparato archeologico che per lo splendido manufatto architettonico che lo ospita.
Sulla genesi storica dello “Spedale degli infermi” è intervenuto Aniello Zamboni che ha condiviso l’intervento con Maurizio Marcialis, il quale ha descritto con importante e prezioso materiale fotografico e filmico lo stato dell’arte al momento dalla sua dismissione come edificio adibito a nosocomio. Riccardo Modestino ha illustrato il ruolo di Parigi e della Rivoluzione francese le quali hanno portato, anche a Comacchio, profonde innovazioni in campo medico, permettendo un evidente miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, compresa l’aspettativa di vita. La nuova pratica medica si basava su istanze estremamente attuali: libertà dal bisogno, uguaglianza sociale e fraternità fra curanti e curati, fra medici e cittadini.
Gianluca Lodi ha descritto le trasformazioni migliorative delle condizioni di vita in Città, con le misure attuate per contenere le insalubrità di un territorio, chiuso tra mare e laguna, causa di molte delle malattie diffuse all’epoca. Maurizio Pajola ha illustrato il ruolo delle acque, con la loro salinità che diventa “produttiva”. Infatti, tramite l’acquisto delle valli, si ebbe la concretizzazione di un sogno e la realizzazione di un impianto salifero. Ha chiuso la giornata di studi dedicati all’epoca napoleonica Alessandro Bondesan, con un contributo su La “Carta Napoleonica del Basso Po”, esito di un grande sforzo dei cartografi militari dell’epoca.
Al termine dell’incontro la degustazione offerta dall’Associazione Italiana Sommelier- Delegazione di Ferrara, con il contributo Po Delta Tourism.

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COMUNE DI COMACCHIO


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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