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Da ufficio stampa

A lavori già ampiamente avviati per il completamento della rete ciclopedonale nelle direttrici Centro Storico – quartiere Raibosola – Costa – Valli di Comacchio, procedono spediti anche gli interventi di riqualificazione urbana nel Comune di Comacchio.

In particolare il quartiere Raibosola, già interessato da progetti di valorizzazione, come le nuove piste ciclabili, la messa in sicurezza degli attraversamenti ciclo-pedonali e l’avvio dei cantieri della nuova Cittadella dello sport, sarà protagonista del nuovo percorso partecipato legato al progetto di sensibilizzazione alla sicurezza stradale e alla mobilità sostenibile “ComacchioVa.Ciclabile.Connessa.Condivisa”, promosso dal Comune di Comacchio e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna.

Nell’ambito del progetto, infatti, nel mese di marzo partiranno nuove importanti iniziative, presentate questa mattina nella Sala Consiglio comunale, dal Sindaco Marco Fabbri, dall’Assessore alla Cultura Alice Carli e dai referenti del gruppo di lavoro di ComacchioVa, Sergio Fortini, di Città della cultura/Cultura della città, Gaia Lembo, di Punto 3 srl, e Tiziano Fiorini, di Image srl.

“Dal 6 marzo partirà il concorso fotografico a premi ‘Facce da Bici’, con il quale vogliamo sensibilizzare la popolazione a parlare di nuova mobilità e non solo di automobili – ha spiegato Sergio Fortini – Vogliamo stimolare la creatività chiedendo di presentare una foto che rappresenti una bicicletta, può essere un selfie o magari qualcosa di più elaborato, non abbiamo messo paletti. L’idea, però, è quella di raccontare qualcosa, ma divertendo”.

Il concorso, al quale si potrà partecipare fino al 10 aprile e che come primo premio prevede proprio una bicicletta, sarà sponsorizzato tramite un video trailer realizzato dal regista Gerardo Lamattina in collaborazione con i ragazzi delle scuole medie di Comacchio e Porto Garibaldi.

I cittadini, inoltre, saranno coinvolti in un ciclo di laboratori dal titolo Comacchio va Comacchio fa, gestiti da professionisti, architetti e facilitatori, che avranno lo scopo di ‘pensare’ e produrre insieme i nuovi e originali oggetti urbani da collocare lungo le piste ciclabili di Raibosola, in particolare in Viale Ghirardelli e Via Paisolo. “Quello che vogliamo creare è uno stimolo all’affezione dei cittadini verso il proprio quartiere, secondo un percorso partecipato che per la prima volta in regione darà seguito ad opere fisiche di arredo”, ha concluso Fortini.

“Il percorso si svolgerà su 6 incontri, il primo dei quali è previsto per sabato 18 marzo a Spazio Marconi, dalle ore 15 alle 19.30 – ha aggiunto Gaia Lembo di Punto 3 – Sarà coinvolta anche la Parrocchia di Raibosola e dopo i primi due appuntamenti introduttivi, i cittadini saranno impegnati direttamente sul campo”.

“Vorrei ringraziare tutto il gruppo di lavoro che ha supportato questo progetto e anche gli uffici comunali che, a seguito di quanto emerso nel primo percorso partecipato rivolto a Raibosola, hanno saputo raggiungere, in tempi obiettivamente ristretti, traguardi che all’inizio sembravano irraggiungibili, dalla farmacia, alle opere di sicurezza stradale, alla Cittadella dello Sport. Traguardi che hanno dato al quartiere un nuovo volto – ha commentato il Sindaco Marco Fabbri – Ringrazio anche gli sponsor ‘Casadei’ e ‘Valle Campo’ che stanno supportando queste iniziative e le scuole che stanno collaborando con molto entusiasmo. Mi auguro che i cittadini partecipino numerosi sia al contest che ai laboratori, anche perché mi ricordano molto quanto di bello fatto con l’esperienza di candidatura a Capitale Italiana della Cultura”.
Per tutte le informazioni relative al progetto, alle attività di laboratorio e per leggere il regolamento completo relativo al concorso fotografico “Facce da Bici”, è possibile consultare il sito www.comacchiova.it

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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