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da: Comitato Salvaguardia Ospedale del Delta

Recentemente è diventata consuetudine leggere di “mezze verità”, dichiarate da Dirigenti sia dell’AUSL Ferrara che dell’AOU Sant’Anna, che diventano, ai fini pratici, delle “mezze bugie” (dipende se si vede il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto). Ultima, in ordine cronologico, l’ennesima vicenda di una persona che, colta da malore all’interno del Presidio Ospedaliero di Cona, è stata soccorsa da un’ambulanza proveniente da Ferrara: semplicemente assurdo! Ci troviamo dinnanzi ad un’intollerabile volontà di fare apparire ciò che non funziona come un’eccellenza, ma attenzione: Cona non funziona non per colpa del personale che vi lavora, ma per la Dirigenza che lo governa e lo vorrebbe fare divenire ciò che non potrà mai essere, ovvero la soluzione di “tutti i mali”. Alle forze politiche che ci sono “ostili”, come Comitato, diciamo di non metterci in bocca parole e pensieri che non ci appartengono, del tipo che accusiamo il personale: ciò è estremamente falso, se davvero volete tutelare il personale agireste in modo totalmente diverso, invece del solo parlare (facendovi così passare come i paladini della sanità provinciale ferrarese), quando, in realtà, ne siete gli artefici della progressiva demolizione. Tornando comunque al caso per il quale scriviamo siamo a Cona, verso la fine di maggio, ed una persona, che si trovava presso il l’Ospedale Sant’anna (ribattezzato come il quarto ospedale d’Europa, il secondo d’Italia, ecc.) accusa un malore e l’autoambulanza, per trasportarla nel Pronto Soccorso dello stesso nosocomio, giunge da Ferrara. A parte essere già il secondo caso, nel giro di un anno, ricordiamo che ciò accade anche in virtù del fatto che l’autoambulanza (la famosa quinta ambulanza), che sostava a Cona, è stata rimossa perché, a detta della Dottoressa Adelina Ricciardelli (Dirigente del 118 di Ferrara), è stata attivata “solo” nel periodo di trasloco da Corso Giovecca a Via Aldo Moro (Cona), quindi ora non è più presente: anche se rimane il “protocollo per le emergenze negli spazi comuni”. Tutto ciò è decisamente più degno di una commedia piuttosto che di una gestione dell’emergenza sanitaria, ma su questo si potrebbe anche sorvolare se non fosse per un’inquietante affermazione, sempre della Dottoressa Ricciardelli, infatti La Dirigente del 118 ha proferito che quanto accaduto a Cona, in riferimento alle modalità di soccorso (con autoambulanza proveniente dall’esterno del perimetro del nuovo Sant’Anna), è una modalità in vigore anche all’Ospedale Maggiore di Bologna: sarà vero? La risposta è “in parte”: è vero che, nella pratica, quasi nessun ospedale in Italia ha un’autoambulanza dedicata per i soccorsi intraospedalieri ma, attenzione, la centrale operativa del 118 del Maggiore (parco mezzi compreso) è ubicata nello stesso stabile del Pronto Soccorso! Cosa significa ciò? Significa che l’Ospedale Maggiore, seppur datato anch’esso come il nostro caro ed amato “vecchio” Sant’Anna di Corso Giovecca, è considerato ancora “strategico” per far raggiungere, alle autoambulanze, talune zone della città di Bologna: quindi Cona, dal momento che non ha autoambulanza di presidio fissa, non è ubicato in una posizione strategica! Ma dopo 20 anni per costruirlo, e centinaia di milioni di euro spesi (senza calcolare quelli che ancora si spenderanno), possibile che non vi siate soffermati su particolari come questo? Infine ci chiediamo quale sia il protocollo per i trasporti da elisoccorso dato che, sempre al Maggiore, vi sono almeno due mezzi che stazionano, in loco, per il trasporto in emergenza dall’elisoccorso al pronto soccorso (o altro reparto di accesso). Vede Dottoressa Ricciardelli quando fa degli esempi alla cittadinanza, che non sempre può essere totalmente edotta, sarebbe opportuno che lei dica le cose per intero, e non in forma di “mezze verità”. Infine vorremmo porre una preghiera ai Dirigenti delle due Aziende Sanitarie: ridateci la quinta ambulanza, non vi preoccupate che non ci fate affatto un dispetto, ne a noi cittadini e nemmeno agli operatori che vi avevano già ravvisato del problema, a mezzo stampa, il 19 dicembre 2013… se poi convertite le automediche in autoambulanze medicalizzate sarebbe come aver anticipato il Natale: le automediche, meglio ricordare, non trasportano pazienti e debbono essere utilizzate in supporto ai mezzi di base, non di certo in sostituzione di questi ultimi.

Nicola Zagatti
Portavoce

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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