Skip to main content

Da: Informazioni Alberto Bova
Ultimo comizio per Italia in Comune. Il candidato Bova arringa la piazza

“Io sono solo la punta dell’iceberg, dietro di me c’è una squadra di trentadue persone competenti ed entusiaste con le quali ho aderito convintamente al partito Italia in Comune e ci presentiamo a queste elezioni amministrative con proposte concrete, avendoci sempre messo la faccia”. È tempo per l’ultimo comizio prima del silenzio elettorale per il candidato sindaco della lista Italia in Comune – Ferrara Concreta Alberto Bova, che è salito sul palco di piazza Trento e Trieste questo pomeriggio 23 maggio davanti ad un centinaio di persone.
“Dopo settant’anni di governo di sinistra – arringa il candidato Bova – è giunto il momento di cambiare, servono persone nuove che amministrano la città. Ma non accetto l’ipocrisia: il cambiamento dovrebbe essere quello delle forze ora al Governo, Lega e Movimento 5 Stelle? Non credo proprio, non hanno programmi e dopo un anno non sono riusciti a migliorare il Paese in nessun aspetto. L’alternativa è il PD, che parla oggi come se non fosse stato in Municipio per vent’anni? No, neppure questa è la risposta. Ferrara deve cambiare, ma deve farlo con una squadra competente, e noi siamo qui per questo”.
“Bisogna lavorare sull’occupazione – illustra Bova – la nostra città è fanalino di coda a livello regionale. Se sarò eletto, io e la mia squadra lavoreremo per incentivare gli insediamenti produttivi nel territorio, azzerando le imposte comunali per le nuove aziende nei loro primi cinque anni dall’insediamento. Dobbiamo tornare ad investire nel turismo, nella cultura: per fare questo serve migliorare l’asse viario e inserire Ferrara nel circuito delle città d’arte, da Firenze a Venezia. Significa implementare l’A13 con una terza corsia, completare la Cispadana, investire nella Ferrara-mare. Dobbiamo rispondere all’aumento del flusso degli studenti universitari, dovuto alla lungimiranza del Rettore che ha aperto le facoltà prima a numero chiuso; ma serve una coprogettazione tra Ateneo, amministrazione, commercianti e proprietari immobiliari: pensiamo di istituire, tra le altre cose, anche un campus universitario nell’ex caserma di Cisterna del Follo. Voglio garantire dal giorno successivo al mio insediamento, se sarò eletto, che nessun bambino rimanga fuori dal servizio di asili e materne, incentivando convenzioni con i privati e permettendo così a mamme e papà di lavorare. Si devono cambiare i rapporti con il gestore della raccolta differenziata, per avere più controllo e arrivare ad una tariffa davvero puntuale. Dobbiamo permettere a tutti, bambini e anziani, abbienti e meno abbienti, di praticare sport perché vuol dire integrazione, educazione e prevenzione. Noi vogliamo istituire una nuova cittadella dello sport nella zona Sud, potenziare gli impianti e implementare le palestre all’aperto. Il nostro programma parla anche di sicurezza e lo fa con proposte fattibili e senza frasi fatte: il sindaco non è lo sceriffo ma deve lavorare perché i luoghi siano occupati. Per questo istituirò, se sarò eletto, un rimborso a bando di TARI e IMU per quelle piccole attività di periferia e nelle frazioni che hanno un volume d’affari sotto i 50.000 euro, e della TARI per quanti hanno un fatturato fino a 100.000 euro. Noi dobbiamo tenere aperti i piccoli negozi e vivere i territori, è questo che possiamo e dobbiamo fare per combattere delinquenza e criminalità. Vedete – conclude – il sindaco è come un padre di famiglia, deve essere vicino ai cittadini ma avere la capacità di decidere per loro: voi domenica 26 maggio avrete la possibilità di scegliere la persona a cui affidare i vostri cari. Votate e scegliete bene”.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it