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Da: Cristina Romagnoli, Comune di Copparo

COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME DEL BOMBARDAMENTO CAMPANILE
Nel rispetto delle disposizioni anticovid, sabato 30 gennaio si
ricorderà la strage del 1945

Furono 93 le vittime innocenti del bombardamento che bersagliò Copparo
il 30 gennaio 1945, colpendo il suo campanile, che oggi ne ospita il
sacrario. Malgrado l’emergenza sanitaria, il ricordo di questa terribile
pagina di storia avrà luogo: alle 10.30 verrà celebrata la messa,
seguita dalla deposizione della corona, in una cerimonia che dovrà
rispettare le misure anticovid.
In quel tragico martedì di 76 anni or sono le squadriglie di bombardieri
leggeri della RAF, decollati dall’aeroporto di Cesenatico, sorvolarono
il paese, ritenuto un luogo sicuro perché sede di un ospedale militare.
Quattro le ondate: durante i due sorvoli della mattina e i due del primo
pomeriggio, furono sganciate sul territorio 48 bombe da 500 libbre e 72
bombe da 250 libbre. Il centro fu devastato: il campanile del 1184, la
chiesa, la canonica, l’asilo, l’ospedale e le abitazioni circostanti ne
furono il bersaglio e sotto le loro macerie morirono 93 persone, adulti
e molti bambini frequentanti l’asilo, le scuole medie e superiori,
presenti nella canonica.
Le vittime furono, Carla Arnofi, Walter Azzolini, Ercole Baccarini, Ezio
Balboni, Primo Balboni, Anna Bellini, Ferruccio Bersanetti, Arte
Bonazza, Maria Bonazza, Virgina Boechi, Attilio Brancaleoni, Marianna
Brancaleoni, Ottavio Brandani, Gabriele Brunetti, Giovanni Brunetti,
Marina Brunetti, Giuseppina Buzzoni, Umberto Camatarri, Giorgio Canè,
Nerina Canè, Jolanda Caselli, Federico Castaldini, Franca Castellari,
Lola Castellari, Ines Cavallari, Carlo Cesini, Federico Cesini, Maria
Cesini, Livio Chiarabelli, Giuseppina Cocco, Ada Codecà, Giuliano
Cordan, Zorè Cocchi, Giuliano Curarati, Luciano Curarati, Natalino
Curarati, Oriele Curarati, Appio De Scrovi, Vitaliano Emiliani, Alcide
Fabbiani, Faustino Farina, Vincenzo Farina, Giuseppina Fasano, Lucia
Finessi, Parisina Finessi, Enrica Fogli, Maria Fogli, Ustilla Fogli,
Egle Foglia, Luigia Foglia, Franca Foresti, Adalgisa Fusi, Angelo
Grandi, Maria T. Guidorzi, Amelia Lanzoni, Jolanda Lanzoni, Cornelio
Lichenti, Raimondo Livesi, Fioravante Lombardi, Silvana Malservisi,
Virgilio Marandella, Giuseppina Marchesini, Adolfo Maccanti, Amalia
Maccaferri, Marta Marangoni, Bice Marchi, Adriana Marchi, Pietro Mari,
Marcella Melchiori, Maglio Migliorini, Arturo Minghini, Gaetano
Munerati, Ugo Musacci, Franco Muzzioli, Franco Munerati, Cimbro
Occhiali, Mafalda Orsini, Franca Orsini, Paola Piacentini, Grazia Pinna,
Maneo Punzetti, Marisa Romanini, Lidia Sabbadini, Gino Simoni, Giuseppe
Trippa, Paolo Turati, Antonio Turra, Mario Turra, Clara Verlato, Egle
Sandoli, Giuseppe Zambelli, Aldino Zannoni, Vittorio Zannoni.

La loro memoria continua a essere per Copparo occasione di riflessione e
un momento per consolidare il senso di appartenenza alla comunità.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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