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Da: Comune di Bondeno

Ponte di borgo scala posato e varato. ora si pensera’ alla rotatoria e, a lavori, conclusi l’inaugurazione
Fabio Bergamini: «momento storico per la comunita’, ora spediti verso il completamento della viabilita’ nella zona ovest»
«E’ un momento storico per la comunità, che attendeva questo ponte sin dal 1985 (quando se ne parlò per la prima volta in Consiglio comunale). Ora dobbiamo mantenere la stessa tabella di marcia e completare la rotatoria e le opere necessarie alla viabilità della zona Ovest. Anche se questo rimane un giorno da scrivere nei libri di storia locale». Il sindaco Fabio Bergamini ha espresso il suo pensiero, ieri pomeriggio, poco dopo le ore 15, quando è stato “varato” il ponte di Borgo Scala. Il varo, in senso tecnico, non è l’inaugurazione ma la fase in cui viene posato il manufatto e verificata la staticità dell’opera ingegneristica. La quale ha impegnato lunghi mesi di lavoro: prima il rinforzo della banchina del canale di Burana, poi la costruzione delle spalle del ponte, infine la realizzazione in fabbrica e l’assemblaggio dell’impalcato metallico in loco. Operazione, quest’ultima, che aveva provocato l’immancabile carosello di curiosi, recatisi in zona per vedere al lavoro le potenti gru da 200-300 tonnellate di stazza. Le stesse che, ieri pomeriggio, hanno depositato il ponte metallico da 50 tonnellate sulle “spalle” poste alle due estremità del canale. Per un manufatto che complessivamente pesa circa 140 tonnellate. Un’operazione supervisionata dal direttore dei lavori, l’ingegner Camillo Andreocci, e resa possibile dalle aziende che si erano aggiudicate al termine di una gara pubblica i lavori: l’azienda RT Verzaro Srl (mandataria), affiancata dalla DA Carpenterie Srl (mandante) entrambe di Montecalvo Irpino (Avellino), risultate vincitrici di una procedura del valore di circa un milione e 521mila euro, interamente finanziati dal Comune di Bondeno. «Adesso – dice il sindaco Fabio Bergamini – si provvederà al completamento del ponte (con il tappetino, l’asfaltatura e l’illuminazione) ed alla realizzazione della rotatoria, con la pista ciclabile e le opere necessarie alla viabilità della zona. Procederemo anche alla progettazione del terzo step di questo progetto, che è la circonvallazione Ovest (finanziata dalla Regione, come da accordi intercorsi con l’assessore regionale ai Trasporti, Raffaele Donini; ndr). Intanto, quando saremo pronti anche con la rotatoria, potremo aprire ed inaugurare questo nuovo ponte, che dedicheremo alla memoria di monsignor Marcello Vincenzi, non appena dalla Prefettura arriverà l’autorizzazione ad intitolare al nostro amato “don” quest’opera. Sicuramente la più importante degli ultimi decenni».

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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