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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

È avvenuto questa mattina, venerdì 25 settembre, presso la Sala Consiglio del Comune di Comacchio un incontro per discutere la programmazione turistica per l’anno 2016. Al tavolo per il turismo si sono riuniti il Sindaco Marco Fabbri, l’Assessore al Turismo Sergio Provasi, il Dirigente al Turismo Roberto Cantagalli, i rappresentanti delle associazioni di categoria e il consigliere Davide Michetti, in rappresentanza delle forze politiche di minoranza.
Partendo dai dati di rilevazione degli arrivi e delle presenze nel territorio di Comacchio degli ultimi anni, è stato possibile fare un primo bilancio della stagione turistica appena trascorsa e discutere gli obiettivi e le strategie per quella futura.
“L’obiettivo – ha spiegato Fabbri – è quello di aumentare la qualità e la competitività delle strutture ricettive presenti sul territorio. I tagli che subiremo sicuramente dal Governo anche nel 2016 non devono impedirci di fornire i servizi essenziali al cittadino, ma non devono nemmeno avere conseguenze su quello che è il percorso positivo che abbiamo intrapreso sul versante turistico già dalla promozione del brand di Comacchio. Si parla di togliere l’imu agli agricoltori e sulle prime case che per Comacchio valgono oltre due milioni di euro. Ora Renzi garantisce che li compenserà, ma in passato non è mai successo e dunque siamo molto preoccupati in tal senso”.
“Non dobbiamo cullarci sui buoni risultati del 2015 – aggiunge, inoltre, il Dirigente al Turismo, Cantagalli – ma dobbiamo continuare ad investire sull’aumento della qualità. Bastano poche strutture al di sotto degli standard per rovinare l’immagine di un intero territorio, soprattutto considerando le potenzialità di diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione”.
Le strategie individuate al tavolo sono due. Innanzitutto l’introduzione della tassa di soggiorno quale mezzo per poter implementare tutte le attività riguardanti la promozione turistica e l’organizzazione di eventi che altrimenti non potrebbero più essere sovvenzionate a causa degli tagli imposti dal Governo e all’impossibilità di accedere, come negli anni scorsi, a contributi provinciali.
In secondo luogo sarà implementato un sistema di classificazione degli appartamenti in affitto che punti alla qualità. “La proposta è di istituire una commissione tecnica comunale, integrata tra l’altro dalla presenza volontaria dei rappresentanti delle associazioni di categoria, con il compito di verificare che gli appartamenti in affitto rispettino i requisiti e gli standard della Legge Regionale 16/2004 – ha spiegato Roberto Cantagalli – l’obiettivo non è assolutamente repressivo, ma propulsivo. La commissione avrà anche un ruolo di consulenza. Quello che vogliamo è innescare dei processi virtuosi di innalzamento del livello qualitativo della nostra ospitalità”.
Parallelamente verrà istituito anche un marchio per l’identificazione degli appartamenti di qualità certificati dalla commissione tecnica comunale in base ad un regolamento tuttora in fase di elaborazione. Le strutture che aderiranno a tale marchio avranno la possibilità di usufruire di percorsi di promozione privilegiati e di ulteriori agevolazioni.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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