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L’Emilia-Romagna premia l’innovazione. Dal Piano di sviluppo rurale contributi e interventi per 1.427 imprese da Piacenza a Rimini: 55 progetti di filiera finanziati con 134 milioni. E 361 milioni di investimenti attivati

L’assessore Caselli: “Incrementiamo la competitività del settore agricolo regionale e sosteniamo l’aggregazione delle aziende emiliano-romagnole e l’innovazione”

Bologna- Nuovi macchinari, attrezzature e immobili produttivi per nuovi impianti di lavorazione e trasformazione o progetti di ricerca sui prodotti o sul packaging. Sono 55 i progetti di filiera finanziati, che coinvolgono 1.328 aziende agricole dell’Emilia-Romagna e 99 imprese di trasformazione e commercializzazione.
È l’esito dell’ultimo bando in ordine di tempo del Psr (Programma di sviluppo rurale) relativo ai progetti di filiera, che stanzia 134 milioni di euro e attiva un volume di investimenti complessivi per 361 milioni di euro.

“Per le risorse impegnate e il numero di aziende coinvolte è il bando più complesso e importante di tutto il Psr”, sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli. “Diamo contributi per sostenere investimenti che andranno ad incrementare la competitività del settore agricolo regionale e fungeranno anche da volano per gli altri settori dell’economia dell’Emilia-Romagna. 360 milioni di euro sono un’iniezione fortissima per l’agroalimentare e danno la misura della vitalità del settore e della propensione delle aziende emiliano-romagnole a guardare al futuro, a non rimanere ferme, ad accrescere la propria competitività e a innovare. E proprio sull’innovazione abbiamo voluto puntare, premiando al contempo la capacità di aggregazione- afferma ancora Caselli- , quando altre Regioni hanno invece privilegiato l’approccio individuale. Per avere contributi in questo bando le aziende agricole e le imprese di trasformazione e commercializzazione dovevano infatti mettersi insieme per sviluppare un progetto comune che portasse un valore aggiunto ai benefici e contributi diretti dei singoli. L’aggregazione in filiera è infatti anche garanzia di tenuta, capacità di stare sul mercato interno ed estero e di incremento e distribuzione della redditività in tutti i segmenti, a cominciare dai produttori”.

I contributi sosterranno, ad esempio, interventi delle imprese agricole e agroalimentari per nuovi macchinari, attrezzature e immobili produttivi per nuovi impianti di lavorazione e trasformazione o progetti di ricerca sui prodotti o sul packaging. 51 dei 55 progetti di filiera hanno in particolare attivato, insieme agli investimenti, specifici progetti di innovazione finanziati al 100% con 7,2 milioni di euro.

I numeri del bando

Sono 8 le tipologie di filiera finanziate dal bando, che corrispondono alle principali filiere agroalimentari della regione Emilia-Romagna.

Ogni settore ha una propria graduatoria:

Filiera lattiero casearia – 11 progetti finanziati, 37,2 milioni di contributi per 98,2 milioni di investimenti complessivi attivati
Filiera carne suina – 6 progetti, 19,7 milioni di contributi per 54,2 milioni di investimenti
Filiera carne avicola – 1 progetto, 3,2 milioni di contributi per 8,7 milioni di investimenti
Filiera ortofrutticola – 13 progetti finanziati, 32,3 milioni di contributi per 88,3 milioni di investimenti
Filiera vitivinicola – 5 progetti, 11,6 milioni di contributi e 31,6 milioni di investimenti
Filiera seminativi: cerealicolo, bieticolo saccarifero – 8 progetti, 18,9 milioni di contributi, 51,7 milioni di investimenti
Filiera oleoproteaginose, sementiero e foraggere – 2 progetti, 5,3 milioni di contributi per 14,2 milioni di investimenti
Altre filiere (carni bovine, ovicaprine, cunicolo, equino, api, olio di olivo, aceto balsamico, frutta a guscio, canapa, vivaismo) – 9 progetti, 5,6 milioni di contributi, 13,9 milioni di investimenti.

I prossimi passaggi amministrativi prevedono il rilascio da parte della Regione dell’atto di concessione al soggetto capofila del progetto con il dettaglio degli investimenti e contributi approvati per le singole imprese beneficiarie.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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