Skip to main content

“Nessuna preclusione al confronto sulle proposte del Cda, ma per la Regione non bisogna prescindere da alcuni obiettivi: nascita di un unico sistema fieristico regionale, potenziamento del quartiere fieristico e sua valorizzazione, salvaguardia dei livelli occupazionali e dell’indotto”

L’assessora Petitti risponde in Aula durante il Question time: “L’alleanza con Milano, da verificare nella sua fattibilità, potrebbe rafforzare il disegno di un unico sistema fieristico regionale allargandolo alle tre principali regioni del Nord, e già abbiamo sostenuto gli accordi Rimini-Vicenza e Parma-Verona. Mantenere a Bologna le grandi rassegne fieristiche e su questo devono arrivare garanzie rispetto alla proposta di riassetto societario. Necessario il confronto con i sindacati e le parti sociali”

Bologna – Per la Regione, qualsiasi decisione sulla Fiera di Bologna “dovrà puntare a obiettivi che ribadiamo: la nascita di un unico sistema fieristico regionale, il potenziamento del quartiere fieristico di Bologna, con la sua valorizzazione nell’ambito del territorio metropolitano, la salvaguardia dei livelli occupazionali e dell’indotto”. L’assessora al Bilancio, Emma Petitti, interviene in Assemblea legislativa durante il Question time per rispondere a due interrogazioni urgenti relative a Bologna Fiere. Petitti, che parla al posto dell’assessore alle Attività produttive, Palma Costi, assente per impegni istituzionali, sottolinea dunque come la Regione andrà “al confronto senza alcuna preclusione verso proposte deliberate da un Cda che comunque ha presentato un bilancio positivo – quindi una solida base di partenza per i necessari progetti di sviluppo – portando però elementi dai quali per noi non si dovrà prescindere”.

In primo luogo, “le soluzioni adottate non possono mettere a rischio il percorso verso un unico sistema fieristico regionale. Un soggetto forte che favorisca l’internazionalizzazione delle nostre imprese, mettendole nelle condizioni di essere sempre più competitive sui mercati e con positive ricadute economiche sui territori. Per questo sono necessarie aggregazioni e alleanze, anche per mantenere primati che la Regione Emilia-Romagna in questi ultimi anni ha raggiunto: da quattro anni consecutivamente prima per crescita e prima anche per export pro-capite, con il turismo che breve a ritmi vertiginosi)”.

In questo contesto, prosegue l’assessore, “è bene chiarirlo subito, una possibile alleanza con la Fiera di Milano potrebbe rappresentare un ulteriore tassello di rafforzamento del sistema fieristico regionale, in una ottica allargata a più regioni. Un fatto certamente nuovo, a quel punto allargato alle tre principali regioni del Nord, poiché già oggi abbiamo sostenuto la nascita di Ieg, la nuova società nata dall’integrazione fra la Fiera di Rimini e la Fiera di Vicenza, così come abbiamo sostenuto insieme agli altri soci pubblici la Vpe, la newco tra Fiera di Parma e Fiera di Verona. Ma l’eventuale proposta che guarda a Milano sposterebbe l’asse su un livello ancora più alto di alleanze e questo comporterebbe la necessità di avviare un percorso procedurale e politico-istituzionale da verificare nella sua fattibilità. E solo in caso di esito positivo si dovrebbe lavorare a un soggetto in grado di dare gambe a un sistema fieristico anche interregionale, che sarebbe strategico per il sistema produttivo italiano e in grado di essere sempre più competitivo a livello mondiale”.

Nello stesso tempo, spiega ancora Petitti, “si devono porre basi solide per potenziare il quartiere fieristico dal punto di vista dell’occupazione e dell’indotto. Salvaguardia dell’attuale occupazione, con la prospettiva di aumentarla, così come, altro obiettivo che abbiamo sempre dichiarato, la salvaguardia dell’occupazione delle imprese manifatturiere che hanno nella Fiera uno strumento fortissimo di internazionalizzazione. E aggiungiamo la salvaguardia della occupazione prodotta indirettamente dalle attività fieristiche sul territorio metropolitano e non solo, grazie all’afflusso di un gran numero di visitatori e buyer, con un indotto economico molto alto per la città e il sistema metropolitano”.

Così come “è essenziale il mantenimento delle rassegne maggiori a Bologna, grandi marchi dai quali non si può prescindere per piani di sviluppo futuri. Quindi, la verifica approfondita sulle garanzie, anche in tal senso, che dovrebbero venire dalla proposta di riassetto societario, che possano escludere già nel medio periodo l’evoluzione verso una società di gestione delle strutture del quartiere fieristico, in mano ai soli soci pubblici, e una società di gestione delle rassegne fieristiche che porti a scelte che possano penalizzare Bologna nei calendari fieristici nazionali e internazionali”.

Infine, “i progetti di riorganizzazione societaria e di sviluppo ai quali stanno lavorando i vertici di Bologna Fiere vengono discussi all’interno degli organismi competenti, nei quali, questa è sempre stata la nostra posizione, su questa linea auspichiamo la massima condivisione, oltre al confronto con sindacati e parti sociali”.

Tutte le notizie su www.regione.emilia-romagna.it, i comunicati nella sezione ‘Agenzia di informazione e comunicazione’.
Seguici su Twitter (@RegioneER), Facebook (@RegioneEmiliaRomagna) e Telegram (@ERnotizie, @ERcomunicati, @PresidenteER)
Segreteria di redazione tel. 051 5275490

tag:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it