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Una nuova sede per il Centro Riferimento Trapianti dell’Emilia-Romagna, oggi il taglio del nastro a Bologna. Oltre 240 metri quadrati completamente ristrutturati al Padiglione 5 del Policlinico di Sant’Orsola. Venturi: “Un sistema che nella nostra regione funziona bene grazie alla qualità delle competenze, delle strutture e ad un efficace lavoro di squadra”

Donazione di organi, cellule e tessuti stabili nei primi 6 mesi di quest’anno e sopra la media nazionale. Nel 2017 339 trapianti effettuati, un paziente su tre arriva da fuori regione

Bologna – Costituisce lo snodo nevralgico della complessa macchina che si mette in moto in occasione di ogni donazione, per consentire tutti i trapianti. È il Centro Riferimento Trapianti dell’Emilia-Romagna, una struttura della Regione che ha sede presso il Policlinico di Sant’Orsola e che da oggi avrà a disposizione il doppio della superficie, oltre 240 metri quadrati completamente ristrutturati al primo piano del padiglione 5. Ci sono spazi aperti per le attività di coordinamento, un locale per i colloqui, sala riunioni, studi medici e direzionale, aree di segreteria e accoglienza, locali di supporto e archivio.

Inaugurata questa mattina dall’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, dal direttore generale del Policlinico, Antonella Messori, e dal direttore del Crt, Gabriela Sangiorgi, la nuova sede sorge nei locali della ex radiologia, non più in uso, ed è stata realizzata grazie ad un investimento complessivo di 326mila euro, finanziati dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna nell’ambito del programma delle manutenzioni straordinarie.
Nell’occasione è stato anche presentato il Report annuale (2017) sull’attività di donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule in Emilia-Romagna: lo scorso anno sono stati effettuati 339 trapianti, con un paziente su tre arrivato da fuori regione.

Il Centro gestisce le reti delle persone in attesa di trapianto; coordina le attività di prelievo in collaborazione con i coordinatori locali; assicura il controllo sull’esecuzione dei test immunologici necessari per il trapianto; assegna gli organi in base alle priorità delle liste delle persone in attesa di trapianto; coordina il trasporto dei campioni biologici, delle equipe sanitarie e degli organi e dei tessuti nel territorio di competenza; cura i rapporti di collaborazione con le autorità sanitarie del territorio di competenza e con le associazioni di volontariato. Svolge, quindi, un ruolo determinante per l’attività di donazione e trapianto che si effettua su tutto il territorio regionale.

“Il sistema di donazione di donazione e trapianto di organi e tessuti- ha sottolineato l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi- in Emilia-Romagna funziona bene, non a caso più di un paziente trapiantato su tre arriva da fuori regione. Risultati confermati ogni anno grazie all’alta qualità delle competenze e delle strutture del nostro sistema sanitario e ad un efficace lavoro di squadra, svolto assieme ad Aido, associazioni di volontariato ed Enti locali; e anche grazie allo sforzo straordinario messo in campo dal Centro riferimento trapianti sul fronte dell’informazione, della sensibilizzazione e della formazione. I dati del primo semestre 2018- ha aggiunto Venturi- continuano ad essere sopra la media nazionale, ma i margini di miglioramento ci sono, perché tante rimangono ancora le persone in lista d’attesa. Per questo continueremo a lavorare per valorizzare il nostro sistema, che porta con sé naturalmente un alto valore sociale ed etico”.

“Il merito per i risultati che il sistema dei trapianti ha raggiunto e confermato in Emilia-Romagna- ha spiegato il direttore del Crt, Gabriela Sangiorgi- va senz’altro riconosciuto alla Regione, anche per aver investito sulla rete dei coordinatori locali che, uno per ogni sede donativa, lavorano ogni giorno per far crescere la cultura della donazione”.

“È per noi un motivo di grande soddisfazione- ha commentato il direttore generale, Antonella Messori- aver potuto investire per sviluppare, qui al Sant’Orsola, il principale polo dei trapianti in Emilia-Romagna, la sede del Centro che coordina tutta l’attività di una regione che, grazie alla generosità dei donatori, si conferma come un punto di riferimento a livello nazionale”.

Report 2017 su donazione e trapianto in Emilia-Romagna
Sotto le cifre record del 2016, ma comunque sopra i risultati raggiunti negli anni precedenti e nettamente sopra le medie nazionali. La donazione di organi, cellule e tessuti rimane alta anche nel 2017 in Emilia-Romagna, anche se non ancora in grado di rispondere totalmente ai bisogni crescenti della popolazione. Soprattutto perché i Centri regionali restano fortemente attrattivi per pazienti provenienti da altre parti del Paese: tra i 339 trapianti effettuati lo scorso anno, oltre uno su tre (129, pari al 38%) hanno interessato residenti fuori regione. Dati che appaiono sostanzialmente confermati dagli andamenti rilevati nel primo semestre 2018, soprattutto rispetto ai trapianti.

Le donazioni 2017
Nel 2017 i donatori segnalati sono stati 238, 4 in più rispetto al 2016, ma i donatori utilizzati sono stati 122, 20 in meno rispetto al 2016. Questo scarto è dovuto principalmente all’aumento dell’età media dei donatori e ad un conseguente aumento di inidoneità. L’indice per milione di popolazione (pmp) per i donatori utilizzati rimane comunque quasi 4 punti sopra la media nazionale (27,4 contro 23,7).
Sono 19 le Rianimazioni regionali che hanno segnalato potenziali donatori. Tra quelle dotate di Neurorianimazione e Neurochirurgie spiccano il Bufalini di Cesena con 46 segnalazioni (+15 rispetto al 2016), seguito da Modena-Baggiovara con 33 (+1) e da Reggio Emilia con 29 (+13); tra quelle prive si segnalano Ravenna con 12 segnalazioni e il Sant’Orsola con 10. Le opposizioni complessivamente sono state 67, 6 in più del 2016.
Nel 2017 è proseguito il lavoro per le donazioni a cuore fermo: sono stati segnalati 2 donatori a Cesena e 1 a Baggiovara, che hanno generato 7 trapianti a Bologna e 1 a Modena.

I trapianti 2017
Nel 2017 sono diminuiti i trapianti rispetto al precedente anno record (in cui ne erano stati effettuati 386), per tutti gli organi, tranne i polmoni rimasti stabili a quota 6: sono stati effettuati 181 trapianti di rene (21 da vivente); 20 di cuore di cui 4 pediatrici, tutti al Sant’Orsola; 132 di fegato (81 a Bologna, di cui 1 da vivente e 51 a Modena); 6 di polmone, tutti al Sant’Orsola. Su 339 trapianti effettuati, 129 hanno interessato pazienti provenienti da fuori regione. I pazienti in lista d’attesa sono passati da 1.072 a 1.143 (+ 6,6%).

Andamento del primo semestre 2018
Continua per le donazioni la dinamica già rilevata nel 2017: aumentano, in modo anche consistente, le segnalazioni (137 contro 114, + 20,1%), mentre diminuiscono le donazioni utilizzate, da 67 a 65. Le opposizioni sono passate da 34 a 38, diminuendo comunque in percentuale (dal 29,8% al 27,7%).
I trapianti sono rimasti sostanzialmente stabili, passando da 183 a 181: quelli di fegato sono scesi da 67 a 60, mentre tutti gli altri sono in leggero sviluppo, passando quelli di cuore al sant’Orsola da 9 a 12, di rene da 113 a 117 e quelli di polmone da 3 a 4.

Le altre banche regionali
La Banca del tessuto muscolo-scheletrico ha partecipato a 69 prelievi con una raccolta complessiva di 897 segmenti osteotendinei. La donazione delle cornee è aumentata del 31%, passando da 1.242 a 1.638 con 474 trapianti effettuati. I prelievi di tessuto cutaneo sono stati 76, trapiantando presso il Centro grandi ustionati 44.000 cmq di pelle su 24 pazienti. Alla Banca del sangue cordonale sono pervenute 759 raccolte di cui solo 107 bancate, anche per l’innalzamento della soglia di idoneità. La Banca dei segmenti cardiovascolari ha bancato, infine, 101 segmenti vascolari e 29 valvole cardiache, distribuendo 33 segmenti vascolari e 13 valvole cardiache.

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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