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Da: Gruppo Partito Democratico

Le dichiarazioni del Sig. Pennini Comitato Mirifiuto/5S, rilasciate dopo il dibattito ed il voto in Consiglio
comunale, sono molto gravi e sleali rispetto il percorso che c’è stato e nei confronti delle persone che
hanno partecipato.
Se c’è qualcuno che ha disatteso e tradito la volontà dei firmatari della delibera popolare è chi ha scritto il
comunicato che è stato diffuso; infatti tutte le richieste sono state mantenute, compreso quelle non scritte
(come intervenire i Consiglio, non previsto dal regolamento).
Mi rivolgo ora ai cittadini che hanno firmato, per dirgli che ci sarà lo studio di fattibilità e il tavolo
partecipativo di approfondimento che loro hanno chiesto (il Mirifiuto si è “dimenticato” di comunicarlo nel
loro proclama), con la differenza però che sarà un vero confronto sulle diverse scelte e non su una già
preconfezionata, come qualcuno dei vostri rappresentanti vorrebbe.
Questo è stato possibile, solo grazie al lavoro di mesi che il Gruppo PD, con il contributo anche di A.Bova,
L.Fiorentini e D.Marescotti , ha faticosamente e democraticamente costruito per rispondere e dare dignità
a quei cittadini che hanno firmato; un percorso lungo di continuo confronto e mediazione, che ha coinvolto
anche tecnici e dirigenti di questa Amministrazione, per acconsentire che il documento fosse discusso e
votato, altro che soprusi.
Come più volte ribadito se non fosse stato per la volontà e l’impegno di queste persone (tutte della
maggioranza) la delibera non sarebbe arrivata nemmeno in Consiglio, vista la totale assenza di proposta e
competenza di tutti i gruppi di minoranza, in primis del 5S, che a parole sostengono i comitati e nei fatti
votano contro, incapaci di trovare qualunque tipo di soluzione davanti a un ostacolo.
Chi ha tradito veramente i sottoscittori è il Sig. Pennini , con queste dichiarazioni, che a seconda delle
convenienze veste la maglia dei Mirifiuto o del 5S, spiace per altri rappresentanti dell’iniziativa che hanno
partecipato, che stimo personalmente e reputo in buona fede.
Imbarazzante il comportamento di LN FI FdI e 5S, che con patetiche richieste di emendamento per tentare
come al solito di mostrare la loro coesione, che si fonda sul niente, hanno messo a nudo tutta la loro
impreparazione sia tecnica, che politica.
Le deliranti quanto vaghe affermazioni sui soprusi della politica, dell’Amministrazione, del potere, credo
che si commentino da sole e mi auguro che presto altri rappresentanti dell’iniziativa e firmatari, si
dissocino.
Per fare la rivoluzione Sig. Comitato, servono prima ideali e valori democratici e mi pare che su questo, ci
sia molto ma molto da lavorare.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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