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Da: Balamòs Teatro Ufficio Stampa

In occasione della 57a Giornata Mondiale del Teatro e della 6a Giornata Nazionale di Teatro in Carcere, Balamòs Teatro in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto organizza un’iniziativa sul teatro in carcere con la presentazione dello spettacolo di Teatro Ragazzi “voci e suoni da un’avventura leggendaria”.
Questa iniziativa è promossa anche dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria che ha istituito la data del 27 Marzo 2019 come 6a Giornata Nazionale del Teatro in Carcere in concomitanza con la 57a Giornata Mondiale del Teatro, promossa dall’International Theatre Institute, Unesco.
Lo spettacolo di Teatro Ragazzi “voci e suoni da un’avventura leggendaria” è l’esito finale del progetto “Sguardi Diversi” promosso dal Comune di Ferrara presso la scuola secondaria di I° grado “T. Tasso” di Ferrara, è stato rappresentato durante la stagione di Teatro Ragazzi del Teatro Comunale di Ferrara nel Maggio del 2018 ed ora è stato riallestito per essere presentato presso la Casa di Reclusione Femminile di Giudecca, Venezia. Lo spettacolo è tratto dall’incredibile avventura di Odisseo e i suoi compagni all’isola dei Ciclopi. Eroiche avventure, miti e leggende senza tempo raccontate con leggerezza e ironia dagli alunni delle scuole secondarie di I° Grado “T. Tasso” di Ferrara: Filippo Baggiani, Reuben Bernacchia, Nicolò Bertacchini, Mehak Chhikara, Alessio Faggioli, Giulia Fontana, Stefano Marraffa, Loriana Miloti, Mael Morelli, Beatrice Pesci, Iyad Rassas, Filippo Enrico Rizzo, Viviana Tuccillo, Clark Vergara, Andry Vizcaino Ubiera e le donne detenute della Casa di Reclusione Femminile di Giudecca Maribel Reyes Acosta, Rosita Georgieva, Valentina Terracciano, Sara Zorzetto. Le musiche e i suoni dal vivo sono di Martina Monti.
Lo spettacolo è diretto da Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro e responsabile del progetto teatrale “Passi Sospesi” negli Istituti Penitenziari di Venezia, e “Sguardi Diversi” alla scuola “T. Tasso” di Ferrara. 
Sarà un’occasione per fare una riflessione sul ruolo del teatro in carcere e confrontarsi sul rapporto tra il carcere e il territorio per capire se, e come, la società possa contribuire nel percorso rieducativo della pena. In questa circostanza la scuola e il carcere si incontrano attraverso il teatro in una straordinaria occasione di formazione teatrale e umana. Alla presentazione dello spettacolo sarà presente un gruppo di spettatori esterni, gli studenti dell’Accademia Teatrale Veneta, studiosi di teatro, critici teatrali, accademici, rappresentanti delle autorità giudiziarie, rappresentanti delle autorità locali (ingresso riservato).
L’anima dello spettacolo proposto è il desiderio di stare insieme attraverso un fare insieme, adolescenti e donne detenute, nel tentativo di raccontare e raccontarsi, di mettersi alla prova, di navigare insieme per scoprirsi e scoprire altri orizzonti possibili, di affrontare insieme paure, giudizi, conflitti.
Con una metodologia che tende, attraverso stimoli precisi, a rendere ciascuno protagonista del proprio percorso, dei propri personaggi e delle proprie interpretazioni. Con il regista che si propone come pedagogo teatrale, accompagnatore, facilitatore, disponibile a navigare con i giovani e le donne detenute tra i moti calmi e ondosi del lavoro teatrale, tra scoperte e frustrazioni, tra le bonacce e tempeste della crescita.
Evento promosso da: Regione del Veneto, Teatro Stabile del Veneto, International Theatre Institute – Unesco, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Coordinamento Nazionale di Teatro in Carcere, Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, Comune di Venezia, rivista Teatri delle Diversità, con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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