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Da organizzatori

A seguito delle dichiarazioni di Naomo Lodi sui “minimarket” gestiti da extracomunitari si desidera far chiarezza rispetto alle molteplici inesattezze citate ed alle abituali strumentalizzazioni di chi ormai fa quotidiana “mulinazza”.

Gli esercenti stranieri devono avere, al pari degli Italiani, requisiti morali (il cui possesso viene accertato tramite controllo presso il casellario giudiziario) e requisiti professionali di legge.

Le sopraddette attività, generalmente gestite da cittadini bengalesi o pakistani sono di tipologia alimentare e non alimentare. Le prime espongono non di rado merce che può essere autorizzata entro la soglia negozio (quindi senza occupazione di suolo pubblico e senza conseguente pagamento di canone) purchè sempre nel rispetto delle norme igienico sanitarie.

Per quanto riguarda i controlli, il sig. Lodi non dice che vi è uno scambio di informazioni costante tra Polizia Municipale ,Questura e Carabinieri – che non ci stancheremo mai di ringraziare – e che tale modalità operativa ha permesso di ottimizzare i controlli sia su esercizi gestiti da stranieri che su esercizi gestiti da italiani , facendo intervenire in alcuni casi reparti specializzati di antisofisticazione e sanità.

​A fronte di un numero assai ridotto di esposti nei confronti di queste attività ( n. 8 nel 2017) diversi

​invece ​ sono stati i controlli congiunti che hanno portato a ​quattro ​sospensioni dell’ attività, a provvedimenti di riduzioni d’orario ed a diversi accertamenti con applicazione di sanzioni pecuniarie. ​

Non con delle chiacchiere da bar ma in attuazione di norme a garanzia del vivere civile e della quiete pubblica. Le verifiche degli esercizi ci sono state e dall’ anno scorso si sono intensificate.​ La sola Polizia Municipale​ nel 2017 ​ha elevato​ 74 sanzioni e già 10 nel 2018. Sono state già sanzionate proprio alcune delle irregolarità evidenziate dal sig.Lodi ( n.7 sanzioni per la merce esposta fuori dal negozio senza autorizzazione; n. 8 sanzioni per attività condotta in assenza di scia;n.7 Sanzioni relative all’ igiene alimentari; n.5 per la vendita di alcoolici ai minori, ecc.)

Verifiche e anche sfratti ove inevitabile. Come Amministrazione, in un proprio immobile di via Cortevecchia, abbiamo proceduto allo sfratto di una attività gestita da cittadini di origine bengalese come per altro ha proceduto con un negozio gestito da Italiani, non è infatti questione di nazionalità ma di rispetto dei contratti e delle leggi e questo il rappresentante della Lega per la legalità dovrebbe saperlo. Il Sig. Lodi fa invece riferimento ad attività di riciclaggio e racket ad opera di alcuni esercenti bengalesi-pakistani, un’ affermazione che sicuramente avrà ponderato e che certamente lo avrà portato a sporgere regolare e dettagliata denuncia presso le autorità competenti.

Se così non fosse o se non fosse dimostrata la corrispondenza delle sue parole, trattasi allora solo di “fuffa”, di un moto atto a creare tensioni sociali al sol fine di guadagnare qualche consenso elettorale. Quello che la amministrazione apprende in proposito viene tutto trasmesso alle autorità competenti per le indagini.

Sulla questione peraltro non ci risultano difficoltà al confronto nel merito con le associazioni di categoria, tanto meno a rispondere in commissioni consiliari e a dibattere in pubblico, mantenendo sempre coerenza ed evitando esibizionismi.

Il Sindaco

Tiziano Tagliani

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Riceviamo e pubblichiamo


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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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