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da: ufficio stampa Studio Sottocorno

Mercoledì 26 novembre ore 20.15, in diretta, in 80 sale cinematografiche in tutta Italia

In Emilia Romagna a

BOLOGNA
The Space Cinema Bologna – Viale Europa, 5

CESENA
Cinema Eliseo – Viale Giosuè Carducci, 7

FERRARA
Cinema Apollo – Via Carbone, 35

FORLÍ
Cinema Astoria – via dell’Appennino, 313

PARMA
The Space Cinema Parma Campus – Largo Sergio Leone, 7/a
The Space Cinema Parma Barilla – Largo Fausto Bocchi, 29/a

IMOLA
Cinema Teatro dell’Osservanza – via Venturini, 18

RAVENNA
Cinemacity – Via Secondo Bini, 7

RIMINI
Cinema Tiberio – Via San Giuliano, 16

RICCIONE
Cinepalace – Viale Virgilio, 19

– in allegato l’elenco generale delle sale –

Per riscaldare l’inverno, la Royal Opera House porta nei cinema di tutta Italia il calore, il divertimento e il romanticismo del capolavoro di Gaetano Donizetti, L’Elisir d’amore.

Ambientata nel più verace Sud dell’ Italia, la produzione di Laurent Pelly vede un cast stellare: il tenore italiano Vittorio Grigolo, astro nascente dell’Opera, nel ruolo di Nemorino, il baritono gallese Bryn Terfel in quello del dottor Dulcamara, e la soprano britannica Lucy Crowe, che interpreta Adina.

La commedia romantica segue la storia di Nemorino, innamorato da molto tempo di Adina. Nemorino ha un temibile rivale, il Sergente Belcore di Levente Molnár, fino a quando la pozione magica vendutagli dal Dottor Dulcamara non gli dona una potente dose di coraggio, con risultati comici e toccanti.

Luce calda, covoni di fieno giganti, motorini e cani randagi creano l’atmosfera di questa gloriosa produzione, che torna al Covent Garden per la sua terza ripresa. Carico di fascino mediterraneo, L’Elisir d’amore, diretto dalla bacchetta del giovanissimo e talentuoso Daniele Rustioni, conquisterà il pubblico cinematografico con il suo umorismo e con la sua forza visiva.
Per trovare un po’ di sole nell’inverno freddo.

Nemorino Vittorio Grigolo Dulcamara Bryn Terfel
Adina Lucy Crowe Belcore Levente Molnár
Royal Opera Chorus
Orchestra della Royal Opera House
Direttore d’orchestra Daniele Rustioni Regia e costumi Laurent Pelly
Scenografie Chantal Thomas Luci Joël Adam

Costo biglietto: 10 -15 euro

Per l’elenco completo dei titoli e delle sale coinvolte: http://www.rohalcinema.it

Tutte le proiezioni ospiteranno inoltre interviste agli interpreti più amati e curiosità da dietro le quinte. Il pubblico sarà incoraggiato a partecipare, mandando domande attraverso i social network e interagendo con il pubblico delle altri parti del mondo.

Media partner: Danza&Danza, Amadeus, Sipario, Il Corriere Musicale, Radio Classica

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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