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Da: Circolo stampa Ferrara

La grande musica torna a Natale con il concerto organizzato dal Circolo della Stampa e dalla Curia di Ferrara. L’appuntamento è per sabato prossimo, 22 dicembre, nella chiesa di Santo Stefano (piazzetta St. Etienne, ore 21) con un programma, dedicato alla Pace, che si annuncia davvero straordinario.
Nella splendida cornice barocca di una delle più antiche basiliche cittadine, si esibiranno infatti il soprano Mirella Golinelli, i musicisti del gruppo Diamond Ensemble, diretti dal maestro Alberto Bianchi e due formazioni vocali: i Polifonici della Schola Cantorum “San Cristoforo” di Ozzano Emilia ed il Gruppo Vocale MusiCæsena, diretto dal maestro Silvia Biasini.
Verranno eseguite pagine di musica sacra da Händel, Scarlatti, Bach, Gounod, Mendelssohn e Bizet, oltre a musiche della tradizione natalizia popolare.
I Diamond Ensemble sono una formazione a numero variabile, che propone programmi a carattere monotematico, con l’obiettivo di diffondere pagine, soprattutto del repertorio sacro, di rara esecuzione e di assoluta bellezza. Li dirige Alberto Bianchi, pianista di fama ed organista della Cattedrale di Bologna. Il coro a voci miste “San Cristoforo” è invece nato nel 2017 per approfondire e diffondere il patrimonio polifonico creato negli oltre quarant’anni di storia dalla Schola Cantorum di Ozzano Emilia.
Il Gruppo Vocale MusiCæsena, che debutta in questa occasione davanti al pubblico ferrarese, si è formato nel 2014 all’interno dell’Accademia musicale di Cesena, con l’intento di affrontare un ricercato repertorio corale a cappella. E’ diretto da Silvia Biasini, concertista affermata ed insegnante nella scuola primaria, dal 2009 direttore artistico dell’Accademia cesenate.
Mirella Golinelli, ferrarese, si è diplomata presso il Conservatorio “Girolamo Frescobaldi”. Con il suo vastissimo repertorio, operistico e liederistico, ha ottenuto centinaia di premi e di riconoscimenti. Si è perfezionata con cantanti del calibro di Giulietta Simionato, Renata Tebaldi e Magda Olivero e con notissimi direttori d’orchestra come Peter Maag, Paolo Olmi e Ottavio Ziino.
Dopo il lusinghiero successo della prima edizione, il Circolo della Stampa – grazie alla collaborazione della Curia e al contributo di una folta schiera di amici e di sponsor – continua così lungo la strada di questa iniziativa, per recuperare una bella e lunga tradizione, nata negli anni Sessanta: vale a dire la consuetudine, per i giornalisti ferraresi, di ritrovarsi tutti insieme in chiesa e di scambiare con la città gli auguri di Buon Natale.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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