Skip to main content

“Stiamo preparandoci per la grigliata, stasera si festeggia: mia moglie Giuba torna da noi. L’odissea è finita, ha avuto l’asilo politico”, è al settimo cielo Afrim Bejzaku, 32 anni, rom, che dà l’annuncio dall’altra parte della cornetta. Dopo un mese e 15 giorni trascorsi al Centro di identificazione ed espulsione di Fiumicino Ulfindana Bejzaku torna in famiglia. Sono le cinque del pomeriggio, Giuba è sul treno, nei pressi di Bologna e conta i minuti che la separano dalla stazione di Ferrara da dove farà rientro a Berra. Finalmente a casa dal marito e dai suoi cinque figli. “Quando è arrivata la notizia mi sono talmente emozionata al punto da mettermi a piangere. Sono davvero felice, è chiaro, dovrò trovarmi un lavoro”. Origini macedoni Giuba, 34 anni, da 29 in Italia, casa di proprietà, cinque figli di cui quattro minori, incensurata e senza patria, ha rischiato 18 mesi di detenzione al termine dei quali sarebbe comunque rimasta in Italia. Non c’è Paese dove rimpatriarla, in Macedonia la sua nascita non è mai stata registrata, è un apolide di fatto, pizzicata senza documenti mentre elemosinava a Codigoro. “La nostra vicenda è simile a quella di tantissimi altri – racconta Afrim – ma noi non siamo arrivati da due giorni, viviamo in Italia da più di 20 anni, i nostri figli sono nati qui e frequentano regolarmente la scuola”. Lo si voglia o no, è una realtà in contraddizione con una legge dai molti limiti e, diciamolo, dai notevoli sprechi. Giuba non è una mosca bianca, di casi come i suoi ce ne sono tanti e se la Commissione chiamata a valutare l’opportunità di concederle l’asilo politico, glielo avesse negato, la detenzione al Cie non avrebbe giovato né a lei, né ai suoi bambini e neppure alle tasche dei contribuenti, perché sarebbe rimasta comunque qui. “Anche solo un mese è stato un’assurdità, c’è caso e caso. Eppure il giudice di pace per ben due volte s’è pronunciato a favore dell’espulsione”, continua Afrim. “E’ stato un momento duro, soprattutto per i miei figli – racconta Afrim – sono stati ammalati, febbroni altissimi e la ragazzina di 12 anni, che ha problemi psichici, è stata trasportata al pronto soccorso per le convulsioni”. Afrim, agli arresti domiciliari, ha potuto contare sui parenti e comunicare attraverso la rete, ma all’ospedale come ovvio ha dovuto essere assente per gli obblighi di legge. “Fosse stata presente almeno la madre sarebbe stato diverso. Non è tanto semplice raccontare ai bambini cosa sta accadendo e pretendere una loro totale comprensione dei fatti”, dice.

giuba-afrim
I coniugi Afrim e Ulfindana “Giuba” Bejzaku (foto di Ippolita Franciosi)

“A novembre la questione dell’espulsione potrebbe porsi anche per me – spiega – Potrebbero mandarmi in Kosovo da dove provengo, tutto dipende dal permesso di soggiorno e dal lavoro. E’ un serpente che si morde la coda, se manca uno non c’è l’altro e viceversa”. Le possibilità di un happy ending ci sono, la vicenda della famiglia Bejzaku ha un sostenitore, un’associazione di volontariato bolognese che si sta adoperando attraverso l’intervento di un legale di fiducia per dare un futuro stabile e stanziale a genitori e bambini.

tag:

Monica Forti


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it