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da: Città del ragazzo di Ferrara – Opera don Calabria

Martedì 28 maggio si è concluso l’anno scolastico 2018/2019 per il Centro studi Opera Calabria di Ferrara, conosciuto come Città del Ragazzo. Come da tradizione, Antonio Marchini e Giuseppe Sarti, alla guida del timone di questa realtà, hanno voluto ringraziare tutti i volontari e gli amici più cari che da anni si impegnano a prestare il loro servizio con umanità e dedizione per la crescita ed il miglioramento dell’Istituto ed hanno annunciato alcuni cambiamenti organizzativi e responsabilità importanti per il centro.
Al termine del lauto banchetto di benvenuto, il regista teatrale Massimiliano Piva coadiuvato da Alessia Veronese, ha dato il via alla prima delle due rappresentazioni previste per la serata.
Eccitazione e gioia hanno accompagnato gli “attori speciali” del Gruppo Bariolé del Centro Perez durante il primo spettacolo “Che belle le persone”, frutto di un lavoro certosino che ha impegnato i suoi protagonisti per l’intero anno. Attraverso un’ironia ardita e sottile, la disabilità si pone al centro del messaggio lanciato agli spettatori. Sfruttare la propria disabilità vuol dire offrire ai “bipedi” nuovi punti vista con i quali guardare la realtà, definita meramente “normale” e troppo conforme alle regole della società. I «portatori sani di un nuovo sguardo sul mondo» come si definiscono, sentono l’importanza del loro compito, dedito al dialogo e alla costruzione di ponti e di rampe… fisici ed emotivi.
Il secondo spettacolo “Tante maschere e pochi volti”, esplicito richiamo alla memoria pirandelliana, è stato messo in scena da alcuni alunni dei corsi di operatore meccanico, operatore magazzino ed operatore del punto vendita.
La violenza contro le donne, il bullismo, la solitudine di chi vive in un mondo virtuale, dove un like è più importante di una stretta di mano o di una pacca sulla spalla, sono state solo alcune delle tematiche sviluppate dai giovani attori. Tra battute incalzanti e lunghi silenzi esortanti alla riflessione, l’adolescenza è stata portata alla luce in tutte le sue sfaccettature. Un’età molto difficile da spiegare per chi la vive e per chi l’ha già vissuta, affascinante e contraddittoria, l’età che sorprende ogni giorno, il sottile limbo della vita in cui non si è più bambini e non si è ancora adulti.
Il sipario bianco si è chiuso con lo scrosciante applauso da parte del pubblico e l’emozione di tutti i commedianti che hanno partecipato attivamente e con entusiasmo al laboratorio di teatro che la Città del Ragazzo promuove ogni anno con grande orgoglio.
Ancora una volta il metodo Cosquillas, ideato e divulgato in tutta Europa da Massimiliano Piva e da Alessia Veronese, diventa lo strumento necessario per favorire l’integrazione sociale e l’abbattimento delle barriere architettoniche e comunicative.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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