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Da Confagricoltura

“La magia dell’acqua nella Pianura Ferrarese” Roberto Del Vecchio è il vincitore del concorso

La Giuria del concorso fotografico indetto da Confagricoltura Ferrara, ha decretato Roberto Del Vecchio di Ferrara vincitore del primo premio con il suo scatto intitolato Magia dell’acqua, l’anno della soia. “Quest’anno abbiamo scelto per il nostro concorso un tema di particolare suggestione, non è un caso se il marchio che identifica a livello nazionale e internazionale il nostro territorio sia proprio Ferrara, Terra e Acqua – spiega il Presidente di Confagricoltura Ferrara Pier Carlo Scaramagli, che aggiunge – per sua natura la nostra provincia è frutto dell’incontro/scontro di terra e acqua, dove la campagna in molti casi, è stata strappata all’acqua grazie al lavoro dell’uomo.” Il secondo premio è andato a Paola Zambolin di Codigoro, mentre Marco Scarpini di Formignana si è aggiudicato il terzo gradino del podio. Si conferma il grande successo del concorso (oltre 120 le opere pervenute) che ha reso il compito non semplice ai membri di giuria chiamati a valutare le opere in gara. La giuria, composta da Pier Carlo Scaramagli (Presidente Confagricoltura Ferrara), Paola Pedroni, (Presidente Regionale e Provinciale Agriturist), Carlo Sivieri e Stefano Spisani (rispettivamente Presidente Regionale e Presidente Provinciale ANPA, il sindacato dei Pensionati di Confagricoltura), Lino Ghidoni (Consigliere della Federazione Provinciale Impresa Agricola Familiare ed esperto fotografo) e Paolo Cavalcoli (Direttore Confagricoltura Ferrara), ha avuto parole di apprezzamento per tutte le opere in gara, dichiarando che si è scelto di premiare in modo particolare lo scatto artistico di Del Vecchio per essere riuscito a fissare uno scorcio della nostra pianura coniugando magistralmente lavoro dell’uomo, importanza dell’acqua e armonia della natura. La premiazione ufficiale si terrà a dicembre, presso la sede provinciale di Confagricoltura Ferrara. Tutte le opere in concorso rimarranno esposte, a cura di Agriturist Ferrara, presso l’agriturismo “Ai Due Laghi del Verginese” di Gambulaga (Fe), fino ai primi giorni del mese di gennaio 2018.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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