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L’ideale è una casa in proprietà e fare quello che si vuole senza dover rendere conto agli altri.
Se si sta invece in un condominio perché, come nel caso dell’Europa, ci sono dei vantaggi (un mercato più grande dove esportare senza dazi, libera circolazione, moneta unica,…), non si può fare quello che si vuole.
Ma ci sono vantaggi a stare in Europa? In termini di soldi è sicuro. Le stime indicano in circa 5mila euro per abitante all’anno per i Paesi che sfruttano meglio il mercato comune (Olanda, Finlandia, Danimarca, Svezia, Germania,…) e circa 2mila euro per Italia e Spagna che sono quelli che si sono ‘specializzati’ meno e quindi sfruttano meno i vantaggi del mercato unico.
Se nessuno ci tenesse ai soldi, potremmo ritornare alle vecchie Nazioni e ciascuno potrebbe fare come vuole, ma se si tiene agli ‘schei’ allora uscire comporta un danno sicuro.

Nel momento in cui si propone da parte della Commissione Europea (su idea di Francia e Germania) un aiuto comune eccezionale per far fronte ad una crisi eccezionale (1800 miliardi di cui 750 di Recovery Found-Next Generation, di cui dovevano essere 500 a fondo perduto e 250 di prestiti a tasso bassissimo) è evidente che si apre una trattativa perché i Paesi del Nord non vogliono aiutare troppo quelli del Sud (Italia, Spagna) che sarebbero i maggiori beneficiari perché hanno avuto più morti per Covid-19 e più danni economici alle loro economie.

In queste ore. pare che si potrebbe arrivare ad un accordo in cui ci sono circa 400 miliardi a fondo perduto e 350 miliardi di prestiti (a tasso bassissimo). Questo tipo di negoziazione (ripartitoria, cioè una fetta della torta più grande per me, più piccola per te) mostra il bassissimo livello dei nostri politici di oggi. Se fossimo infatti tutti seri e ci tenessimo a stare insieme come comunità si dovrebbe cogliere l’occasione per una negoziazione win-win, in cui tutti vincono perché ci si impegna (ciascuno) a ridurre i difetti più vistosi di tutti. 3 esempi per tutti:
1 – L’assistenzialismo italiano che ha il più alto debito pubblico d’Europa (con la Grecia), la più alta spesa per pensioni e nonostante ciò introduce la quota 100.
2 – Le furbizie sui paradisi fiscali degli Olandesi che (insieme a Irlanda e Lussemburgo) succhiano solo dall’Italia 7 miliardi di imposte all’anno,
3 – le leggi liberticide e illiberali di Polonia e Ungheria che stanno in Europa solo per succhiare soldi.

Non avendo ancora gli Stati Uniti d’Europa, cioè un vero e proprio Paese federale (che consenta però ampi margini di autonomia per i singoli Paesi perché nessuno si fida –giustamente – di un nuovo Super Stato), non potendo votare a maggioranza (almeno qualificata: 55% dei Paesi e 65% della popolazione come pure si fa con Ecofin) ed essendo solo Merkel e Macron davvero intenzionati ad andare avanti, emergono i seri problemi che sono sotto gli occhi di tutti. Da qui la trattativa infinita di questi giorni (notti comprese).

Alla fine una soluzione si troverà, perché i vantaggi (economici) ci saranno per tutti e nessuno vuole davvero ‘tornare a casa’ e sfilarsi dall’Europa. Quello che si può sperare è che in futuro ciascun Paese faccia davvero le sue riforme e che la Commissione Europea metta in riga, anche se con la dovuta gradualità, tutti i Paesi, nessuno escluso..

La mia speranza è avere domani un Governo italiano che dice agli Olandesi: togliete i vostri paradisi fiscali perché noi ci impegniamo ad eliminare nei prossimi tre anni parte della nostra evasione fiscale, a ridurre il debito pubblico, ad eliminare la quota 100, ad introdurre metà-pensione metà lavoro al fine di favorire la produttività e l’ingresso dei giovani al lavoro, mantenendo le professionalità che servono al lavoro, investendo nella scuola (abbandonata da 20 anni) e sulla sanità pubblica. Allora si che potremmo essere più rispettati come italiani e avremmo più potere.

In questi giorni, sui lidi italiani, i nostri giovani sono pagati 2 o 3 euro l’ora per fare i camerieri in nero. In Usa, UK e Nord Europa, dove esiste questo stesso problema, la seconda volta che  trovano lavoratori irregolari, ti chiudono il locale per  6 mesi…invece noi diamo le spiagge gratis e non facciamo alcun controllo…
Insomma, gli olandesi saranno pure calvinisti e furbastri ma qualche ragione ce l’hanno: Il tempo delle furbizie dovrebbe essere finito per tutti…se no davvero tutti a casa, ma non per essere ‘padroni’ (o ladroni) a casa nostra (come si dice), ma alle dure dipendenze di Cina e Usa. Allora sarà davvero molto più doloroso per tutti.

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Andrea Gandini

Economista, nato Ferrara (1950), ha lavorato con Paolo Leon e all’Agenzia delle Entrate di Bologna. all’istituto di studi Isfel di Bologna e alla Fim Cisl. Dopo l’esperienza in FLM, è stato direttore del Cds di Ferrara, docente a contratto a Unife, consulente del Cnel e di organizzazione del lavoro in varie imprese. Ha lavorato in Vietnam, Cile e Brasile. Si è occupato di transizione al lavoro dei giovani laureati insieme a Pino Foschi ed è impegnato in Macondo Onlus e altre associazioni di volontariato sociale. Nelle scuole pubbliche e steineriane svolge laboratori di falegnameria per bambini e coltiva l’hobby della scultura e della lana cardata. Vive attualmente vicino a Trento. E’ redattore della rivista trimestrale Madrugada e collabora stabilmente a Periscopio.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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