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Da ConfAgricoltura

“Da più parti, in questi giorni, si sta facendo la conta dei danni provocati dalla siccità al settore agricolo. Un inverno avaro di piogge, cui è succeduta la primavera più calda dal 1830 ed una estate altrettanto siccitosa, hanno portato allo stremo diverse colture tipiche della nostra provincia”. A ricordarlo è il Presidente di Confagricoltura Ferrara Pier Carlo Scaramagli, che prosegue “soprattutto mais, soia e pomodoro, ma anche bietole, foraggio, colture frutticole ed orticole, patiscono cali sensibili della produzione, edè per questa ragione che Confagricoltura Ferrara ha formalmente richiesto che venga riconosciuto lo stato di calamità naturale per quanto riguarda i danni da siccità nella nostra provincia. Ma il problema va affrontato con soluzioni strutturali. Le mutazioni climatiche, che stanno portando ad una progressiva tropicalizzazione del nostro clima, negli ultimi 15 anni hanno manifestato i propri effetti in modo sempre più evidente, con precipitazioni sempre più scarse ed inverni sempre più caldi, e negli ultimi 5 anni questa mutazione pare avere avuto una drastica accelerazione. Per questo motivo occorre dare impulso alla realizzazione, nelle regioni settentrionali del Paese, a nuovi invasi per la raccolta delle acque piovane, opere a medio-lungo termine per creare bacini per la captazione dell’acqua ad uso irriguo, ma anche interventi nel breve per recuperare cave, invasi e laghetti aziendali, per affrontare in modo più efficace l’assenza di precipitazioni, perché senza acqua non si fa agricoltura, senza acqua per irrigare, il rischio è quello di restare senza cibo. Le aziende di Confagricoltura sono fortemente impegnate ad un uso razionale della risorsa idrica – prosegue Scaramagli – negli ultimi anni, ad esempio, è aumentata la superficie irrigata con microirrigazione, tecnica che riduce l’impiego di acqua, ma va sottolineato che l’agricoltura non consuma acqua, perché dopo il suo utilizzo la restituisce alle falde freatiche. Irrigare le coltivazioni significa garantire un prodotto sano, scongiurare infezioni fungine come quella delle aflatossine sul mais, ad esempio. Occorre quindi investire in ricerca continua ed innovazione, al fine di adattare le tecniche colturali in modo da renderle idonee ad affrontare questo clima così mutato, creando le condizioni affinché tutte le aziende siano in grado di irrigare, dotandosi di strumenti che garantiscano il migliore utilizzo dell’acqua. Per questo motivo noi di Confagricoltura Ferrara riteniamo indispensabile l’emanazione di un PSR dedicato all’irrigazione, che consenta a tutte le aziende, anche a quelle che non hanno mai irrigato, di dotarsi dei più innovativi strumenti d’irrigazione. Ma la siccità – conclude il Presidente di Confagricoltura Ferrara – si combatte anche introducendo nuove cultivar più resistenti alle variate condizioni climatiche. Le moderne tecniche di biotecnologia vegetale, come abbiamo avuto modo di spiegare nel convegno che abbiamo organizzato lo scorso 20 maggio a Palazzo Trotti-Mosti, rappresentano uno straordinario strumento per produrre di più, in maniera sostenibiledal punto di vista ambientale, aumentando nel contempo la sicurezza degli alimenti e quindi la salute dell’uomo”.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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