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da: ufficio stampa Ascom Ferrara

“Promuovere il Centro” è lo slogan che ha accompagnato la consegna dei contributi a fondo perduto per un importo complessivo di 56.676,00 euro (Legge regionale 41/97) erogati a tredici attività commerciali centesi e relativi ad interventi di valorizzazione progettati ed effettuati dagli stessi esercizi nell’anno 2012.
Uno sforzo sinergico svolto con successo da Ascom Confcommercio, dal Consorzio Cento in Centro (Associazione temporanea di Imprese e braccio operativo di Ascom) e del Comune di Cento, tutti impegnati nella riqualificazione del centro storico della città. Sono state consegnati ieri (18/11), presso la sala Zarri all’interno del Palazzo del Governatore , i fondi alla presenza del presidente Ascom Cento, Bondeno e Sant’Agostino Marco Amelio – che ha commentato: “E’ l’ennesima dimostrazione della volontà e delle capacità dei nostri imprenditori che pure in pieno periodo di crisi dei consumi hanno avuto la forza di investire sulle loro attività e continuano a credere nel centro storico e nei negozi di vicinato come punto di riferimento del commercio, dell’economia e della vita cittadina. Ed auspichiamo che per il futuro tutti i livelli istituzionali continuino a sostenere i finanziamenti per la Legge 41 articolo 10bis in pratica cioè il contributo diretto a fondo perduto al commerciante a fronte di un investimento attraverso il consorzio e l’ente pubblico” ha sottolineato Amelio.
Soddisfazione anche per l’assessore al Commercio Pier Paolo Busi: “Come Amministrazione Comunale abbiamo saputo valorizzare appieno la legge 41 ed altre legate alla riqualificazione. Un percorso di sostegno anche per il futuro al mondo del commercio di vicinato che prosegue con una cabina di regia dove trova posto il Comune, le Associazioni di categoria del commercio, il Volontariato e la Pro Loco “. Dal canto suo il presidente del Consorzio Cento in Centro (braccio operativo di Ascom) Stefano Fiocchi ha auspicato e ricordato: “Siamo la linfa vitale del mondo del commercio di vicinato, il Consorzio rappresenta una ricchezza e dobbiamo credere in questa realtà e dimostrare che la nostra Cento sia un polo di attrazione per i comuni limitrofi”
Ecco l’elenco delle tredici attività commerciali che hanno ottenuto il contributo a fondo perduto:
Petruccelli Maria a Cento
Orlandi Michele a Cento
Cariani Gianfranco a Cento
Montanari Diego a XII Morelli di Cento
Edicola Serafini a Cento
Pasticceria del Guercino a Cento
Ottica Pradelli a Cento
Sportlandia a Cento
Tesori di Casa a Cento
Trattoria i Cavalieri Ducati a Renazzo di Cento
Time Out Cafè ad Alberone di Cento
Pizzeria Baiocco a Cento
Pizzeria Palladio a Corporeno di Cento

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ASCOM FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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