Skip to main content

 Da: Associazione LA VOCE DEGLI ALBERI

Le recenti drastiche potature di pioppi realizzate da poco in Viale Belvedere e al campo sportivo di Pontegradella,  hanno suscitato sgomento  all’interno del nostro gruppo “LA VOCE DEGLI ALBERI”. Noi amiamo le piante, ma non siamo arboricoltori, perciò abbiamo chiesto a professionisti qualificati un parere al riguardo. Interpellati separatamente, ci hanno fornito tutti la stessa risposta: gli interventi eseguiti sono quanto di più sbagliato si possa fare agli alberi. Ogni esperto ha poi motivato  questa affermazione con argomentazioni tecniche, che in sintesi  possiamo riassumere così: le potature non devono mai essere drastiche, né superare il 30% della massa fotosintetica, perché altrimenti stressano, debilitano l’albero, che dovrà attingere alle sue riserve energetiche radicali per ricostruire la chioma, con conseguente instabilità del fusto. Il taglio dei rami inoltre favorisce l’ingresso di funghi e batteri, che causano spesso fratture e schianti. Se una pianta è compromessa è meglio abbatterla e sostituirla, non potarla drasticamente. Lasciare pochi rami nella parte alta, modifica l’architettura della pianta e produce leve molto lunghe che possono provocare rotture e ribaltamenti.

Le potature corrette  non si dovrebbero neppure notare. Ricordiamo “Se non sai farlo, non farlo”,  perché l’organizzazione della chioma, la sua articolazione spaziale, il rapporto tra le diverse parti, rispondono ad un delicato equilibrio statico e dinamico. Le dimensioni e la complessità della forma che la pianta elabora durante il suo sviluppo, garantiscono la stabilità di una chioma naturale.

Ma perché allora noi osserviamo sempre interventi tanto pesanti? Per rassicurare i cittadini sulla loro incolumità in caso di violenti temporali? In realtà  queste potature rendono gli alberi ben più “pericolosi” di prima, nel breve, nel medio, nel lungo termine. Quando cadranno si parlerà di alberi killer? O la causa sarà imputabile a queste potature inadeguate che sovvertono ogni buona pratica di arboricoltura?

Le piante sono sulla terra da milioni di anni, comparse molto prima di noi; hanno imparato ad ergersi diritte senza bisogno di interventi esterni. Le utilizziamo perché abbelliscono le città, le rinfrescano con le loro fronde, proteggono dalle isole di calore, dall’inquinamento, dalle polveri sottili,  insomma sono le nostre più fedeli alleate contro il riscaldamento globale. E noi, genere Homo sapiens sapiens, come le ringraziamo? Le costringiamo a sviluppare le radici in aiuole minuscole delimitate da cordoli, l’asfalto intorno  le soffoca, i palazzi si ergono a pochi metri. Se vogliamo godere dei tanti benefici che le piante ci regalano, dobbiamo prima di tutto imparare a rispettarle. I pioppi non si possono piantare in luoghi angusti dove le radici non uno hanno spazio proporzionato al loro sviluppo, né possiamo accettare queste mutilazioni devastanti e dannose; esistono  altri alberi con minori esigenze, si scelgano quelli giusti per il posto giusto. Ma Ferrara può rinunciare ai suoi pioppi cipressini che con la loro eleganza e il delicato fruscio rendono più affascinanti i nostri splendidi viali. Cosa pensa al riguardo Ferrara Arte e tutti coloro che dicono di amare una città tanto preziosa non solo per palazzi e musei, ma anche per la sintonia con giardini, vie, parchi, mura, verde?

Si possono conciliare esigenze tanto diverse? Si, ma solo attraverso scelte coraggiose, come stanno facendo in Francia, a Caen, dove trasformano i marciapiedi in aree verdi per far respirare le radici! E il mondo di chi rispetta le piante li guarda con ammirazione. Noi avremo abbastanza sensibilità? Saremo altrettanto coraggiosi?

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it