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Ospito con particolare piacere la durissima nota della sezione ferrarese di Italia Nostra dedicata al piano Fe.ris., già da più parti contestato. Parliamo dei famigerati 3 progetti ‘ammazzaverde’ che il Comune ha commissionato a un pool di aziende private e di cui il Consiglio Comunale ha appena approvato con una risicata maggioranza la prima delibera di indirizzo. Come sempre, le contestazioni e le accuse di Italia Nostra sono precise e documentate, senza appello. Sono perciò curioso di leggere, se avrà la compiacenza e il senso civico per farlo, cosa riuscirà a controbattere il sindaco Alan Fabbri.
Devo dire che questo intervento ha un valore tutto particolare, almeno per me, e credo per tanti ferraresi con un po’ di memoria. Se oggi, almeno urbanisticamente, “Ferrara è bella”, se abbiamo l’Addizione verde, lo straordinario patrimonio delle Mura, della grande cerchia verde del Sottomura, del Parco Urbano Bassani, lo dobbiamo soprattutto al lavoro di Italia Nostra e all’impegno e alla perseveranza dei suoi uomini migliori, come l’avvocato Paolo Ravenna, storico presidente e animatore della sezione ferrarese della associazione, l’architetto Carlo Bassi, l’Ingegner Serafino Monini.
I ferraresi, e chiunque ami questa meravigliosa città, hanno quindi un debito storico con Italia Nostra. Leggere in questa nota che scende in campo aperto e promette battaglia contro un inaccettabile vulnus al patrimonio pubblico – di ogni singolo cittadino e di tutti i cittadini che diventano città – mi sembra un buon auspicio. Non sarà facile fermare il cemento, vincere sopra i grandi interessi degli speculatori, ma possiamo e dobbiamo provarci.
Francesco Monini

Contro il progetto Fe.ris.
Per la difesa del patrimonio ambientale ed urbanistico di Ferrara

Italia Nostra fu tra le poche voci contrarie al testo della nuova legge urbanistica della regione Emilia Romagna, varato nel dicembre del 2017, perché, dopo l’enunciato positivo del limite al consumo di suolo, rinunciava a stabilire a priori a favore dell’interesse collettivo le regole di trasformazione del territorio, demandando di fatto ogni decisione alla contrattazione tra pubblico e privato.

Il voto dei giorni scorsi del Consiglio Comunale di Ferrara, che dà il via all’iter di approvazione del progetto Fe.ris., rende evidente quali possono essere gli effetti nefasti di una legge che lascia alla discrezionalità delle singole amministrazioni comunali la valutazione dell’interesse pubblico nella contrattazione coi privati.

Nella bozza di accordo una società privata si impegna ad intervenire per la “rigenerazione” del comparto delle caserme di via Cisterna del Follo, irrisolto da decenni, recuperandolo ad usi privati (studentato, abitazioni e attività commerciali) con un consistente aumento della capacità edificatoria sull’area di sedime dell’antico convento di San Vito.

Chiede di realizzare la quota di parcheggi pubblici di pertinenza non in loco ma in area extra mura, divenuta nel frattempo di sua proprietà, lungo la via Volano, vincolata a verde nel vigente piano regolatore, nel rispetto delle indicazioni del Progetto Mura.

Condiziona i punti precedenti alla costruzione di un nuovo ipermercato con superficie di vendita di oltre 3.700 metri quadri in area privata  lungo la via Caldirolo, anch’essa destinata a verde nel vigente piano regolatore, quindi inedificabile.
Il Piano Regolatore vigente, come quelli precedenti almeno dal 1975, considerava patrimonio intangibile le aree verdi residue, alcune ancora ad uso agricolo, in prossimità del lato est della cerchia muraria.

In altre parole: io privato mi impegno ad acquistare e sistemare il comparto della ex caserma, per gli usi che fanno comodo a me, ma tu, comune, mi autorizzi a realizzare i parcheggi in area di mia proprietà fronte mura, dove non potrei in ogni caso costruire, ma soprattutto mi concedi di costruire una grande struttura commerciale in area prossima alle mura, anch’essa inedificabile, cedendoti la quota di verde pubblico che dovrei comunque cederti se costruissi in qualsiasi altra parte della città.
Delle “rilevanti ragioni di interesse pubblico” richieste dalla legge per accordi con privati in assenza di PUG ed in deroga al piano vigente, neanche l’ombra.

Inaccettabile, oltre che puerile, dal punto di vista paesaggistico, la proposta di mascherare l’ipermercato all’interno di una sorta di collinetta verde, proposta che si innesta nella corrente architettonica, ultimamente sempre più diffusa, del “So che qui non potrei farlo, lo faccio lo stesso, ma lo nascondo”. E’ tra l’altro evidente che un rilevato “verde” a poche decine di metri dalle mura entrerebbe in contrasto col rilevato storico delle mura stesse. 

Sull’ assurdità di un nuovo ipermercato, dichiaratamente voluto non per motivi di necessità per la città, che già sovrabbonda di tali strutture, ma di concorrenza territoriale tra marchi commerciali, già si sono levate numerose e qualificate voci contrarie e sembra quindi inutile dilungarsi.

Il recupero del comparto della caserma Pozzuolo del Friuli è argomento serio, di enorme importanza per la città, che non può prescindere da un investimento pubblico diretto e massiccio capace di coinvolgere la partecipazione di privati.
Esigenze delle strutture civiche di arte antica, dell’università e anche dei residenti in quella parte della città (perché la storia insegna che una città resta viva finché anche il suo centro storico rimane abitato da ogni strato sociale della popolazione) possono trovare risposte attraverso il recupero di quello straordinario comparto-risorsa.
E’ ad esempio impensabile che il bellissimo edificio della Cavallerizza non diventi in futuro struttura pubblica per convegni al servizio dei vicini musei e dell’ università.
La Caserma è uno dei casi emblematici in cui una previdente progettualità pubblica avrebbe potuto cogliere la straordinaria opportunità offerta dal PNRR.

Italia Nostra, che tanto in passato ha contribuito alla realizzazione del patrimonio urbanistico costituito dal parco delle mura e dal parco urbano, si batterà perché le aree salvate dall’edificazione in prossimità delle mura rimangano tali e perché nel parco Bassani, protetto dal Piano Paesaggistico Regionale come “zona di particolare interesse paesaggistico ambientale”, non si organizzino eventi potenzialmente devastanti per un ambiente tanto bello quanto delicato.

ITALIA NOSTRA – sezione di Ferrara
Ferrara, 18 luglio 2022

Cover il Parco delle Mura di Ferrara, Baluardo dell’Amore. 

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Italia Nostra


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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