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Opportunità importante per salvaguardare impresa, patrimonio, riservatezza dei dipendenti ma sempre nel solco della legalità e delle opportune (e necessarie) autorizzazioni: il convegno “La videosorveglianza negli ambienti lavorativi: un focus su commercio e turismo” che si è tenuto ieri pomeriggio (30 ottobre) nella sala conferenze dell’ente camerale rappresenta un appuntamento concreto per affrontare una materia complessa che ha interessato gli operatori del settore, commercianti ed istituzioni con la presenza tra il pubblico dell’Assessore al Commercio Roberto Serra e del segretario della Camera di Commercio Mauro Giannattasio. Un pomeriggio tecnico tra enti pubblici, associazioni di categoria e rappresentanze sindacali: il tutto era promosso ed organizzato dalla Fondazione “Massimo D’Antona” Onlus in stretta collaborazione con Ascom Confcommercio Ferrara e l’ Ispettorato Territoriale del Lavoro di Ferrara – Rovigo .
“Un appuntamento fondamentale nel quale – come ha sottolineato il presidente provinciale di Ascom Confcommercio Ferrara Giulio Felloni – abbiamo messo allo stesso tavolo protagonisti e posizioni su una materia delicata e complessa quanto indispensabile: Ascom è protagonista nel definire un percorso di informazione e formazione indispensabile per salvaguardare nel pieno solco delle leggi imprese e lavoratori. Opportunità comunque da cogliere anche economicamente grazie ai recenti bandi comunali e di quelli futuri della Camera di Commercio”. Dal canto suo Matteo Musacci presidente provinciale di Fipe-Confcommercio ha voluto sottolineare: “L’importanza di un percorso integrato sulla sicurezza integrata che Ascom e FIPE stanno conducendo già da mesi in un raccordo continuo e periodico con le istituzioni. le forze dell’ordine, con i commercianti, iniziato con il nostro vademecum Sicurezza”
Al Presidente della Fondazione “Massimo D’Antona”, Fabrizio Di Lalla – affiancato da Renato Nibbio direttore del periodico Lavoro@Confronto e dal direttore generale Claudio Palmisciano della stessa Fondazione – il compito di aprire il convegno e rimarcare:”La nostra Fondazione nata per onorare la memoria del giuslavorista D’Antona ha come obiettivo fare informazione e diffusione del diritto del Lavoro: materia complessa, ostica ed in continua evoluzione. Il tema è lavorare sulla concertazione e sopratutto confrontarci a tutto campo sul territorio. Partiamo proprio da Ferrara in questo sforzo di diffusione culturale, ideale e concreta nel contempo della cultura del diritto del Lavoro”.
Le conclusioni del pomeriggio, moderato da Davide Urban direttore generale di Ascom Ferrara – sono state poi portate da Maurizio Tedeschi capo dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Ferrara-Rovigo che ha concluso evidenziando “La necessità che nella realizzazione della videosorveglianza si contemplino tre esigenze: da un lato la salvaguardia del patrimonio dell’impresa ; dall’altro la totale riservatezza del lavoratore e del cliente; ed infine come terzo elemento che tutto questo si inserisca in un processo e modello organizzativo imprenditoriale serio, capace ed efficace”. Ad illustrare gli aspetti più tecnici, la normativa vigente e le posizioni rispetto alla videosorveglianza nei suoi diversi risvolti sono intervenuti Giorgio Zattoni (in rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil), Rosa Rubino (Ispettorato Lavoro Territoriale Fe Ro ) ed Enrico Farinella (staff del segretario generale Comune di Ferrara). Di particolare interesse la relazione della Rubino che partendo dalla normativa vigente ha illustrato quando è necessario chiedere autorizzazione pere gli impianti di videosorveglianza (ad esempio non serve se ci sono solo soci o se esiste un preventivo accordo siglato con le rappresentanze sindacali). E dal confronto è già emersa l’opportunità di incontri ristretti ancora più tecnici (dedicati alle imprese) che possano essere di ausilio quotidiano nella richiesta, progettazione ed installazione degli impianti di videosorveglianza, coinvolgendo anche gli installatori, elemento fondamentale per la corretta realizzazione degli impianti.

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ASCOM FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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